Cristiani in Siria, la guerra vista da dentro con Gian Micalessin

L'esperto reporter racconterà la condizione dei cristiani nel paese martoriato dalla guerra alla Fondazione San Giacomo. Collegamento in diretta col vescovo di Aleppo

gian micalessin fondazione san giacomo

Riprende l’attività della Fondazione San Giacomo che quest’anno, all’interno di un ricco programma dedicato ai giovani, alle famiglie a chi lavora e a chi vuole approfondire alcuni temi di estrema attualità, proporrà in particolare due cicli di incontri, uno dedicato alla persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e uno dedicato alla famiglia.

Il primo appuntamento è previsto domani sera venerdì 27 novembre, alle ore 21.15 nell’Auditorium della Fondazione (piazza XXV Aprile, 1 a Busto Arsizio) quando prenderà il via il precorso “La morte negli occhi. La vita nel cuore. La persecuzione cristiana in medio oriente”. Ospite d’eccezione, di ritorno dal Medio Oriente, Gian Micalessin, giornalista professionista, scrittore e, da oltre 30 anni, reporter di guerra che interverrà sulla questione politica, sociale e umano dei «Cristiani in Siria».

L’incontro, a ingresso gratuito, sarà introdotto da Monica Giani, presidente della Fondazione San Giacomo. Moderatore della serata il giornalista pubblicista Alessandro Rizzo e ci sarà un collegamento telefonico con vescovo cattolico Mons. Georges Abou Khazen, Vicario apostolico di Aleppo, nominato nel 2013 da papa Francesco.

La serata rientra nelle iniziative a sostegno della Campagna Tende 2015-2016 promossa dalla Fondazione AVSI con Caritas Ambrosiana, Progetto Arca e Associazione pro Terra Sancta. Per illustrare i nuovi progetti – “Profughi e noi” – durante la serata è previsto un intervento di Giulia Bossi, rientrata dal Libano dove lavora per Fondazione AVSI.

«Abbiamo organizzato questo incontro da tempo –  ha dichiarato Monica Giani presidente Fondazione San Giacomo  – certo, dopo i fatti tragici se non inconcepibili di Parigi, questo appuntamento diventa ancora di più una occasione buona, nel letterale senso della parola, per capire ancora meglio con la testimonianza del reporter di guerra Micalessin che cosa sta accadendo nel mondo, a partire dalla sua esperienza diretta in Medio Oriente. Non possiamo infatti più pensare che si tratti di episodi lontani da noi»

«Le realtà cristiane in Siria – anticipa il relatore della serata Gian Micalessin – sono come “vasi di coccio tra vasi di ferro”, durante la serata mostrerò alcuni spezzoni dei miei reportage per far capire cosa intendo con questa mia affermazione».

«Il tema “Profughi e noi” è un invito a vivere da protagonisti questo tempo di cambiamento radicale – spiega Giampaolo Silvestri, segretario generale di Fondazione AVSI – Senza l’ambizione di salvare noi il mondo, ma con il realismo di chi non si tira indietro rispetto alle sfide del tempo che viviamo».

Il percorso proseguirà poi nel 2016, giovedì 28 gennaio, quando sul palco dell’Auditorium interverrà Farhad Bitani, 29 anni, ex capitano dell’Esercito afghano, nato e cresciuto immerso nella violenza, autore de “L’ultimo lenzuolo bianco. L’inferno e il cuore dell’Afghanistan” (editore Guaraldi).

Gian Micalessin

Nato a Trieste nel 1960 è giornalista professionista dal 1990. Lavora come inviato di guerra dal 1983 quando fonda l’Albatross Press Agency e inizia la propria carriera seguendo i mujaheddin afghani in lotta con l’Armata Rossa sovietica.
Da allora ha raccontato più di 30 conflitti dall’Afghanistan all’Iraq, alla Libia e alla Siria passando per le guerre della Ex Jugoslavia, del Sud Est asiatico, dell’Africa e dell’America centrale.

Oltre agli articoli per “Il Giornale”, per cui scrive dal 1988, ha collaborato per le più importanti testate nazionali ed internazionali (Panorama, Corriere della Sera, Liberation, Der Spiegel, El Mundo, L’Express, Far Eastern Economic Review).

Nel 2012 è in Siria dove torna più volte nel 2013 e nel 2014 per seguire la guerra civile, la persecuzione dei Cristiani e l’avanzata dello Stato Islamico. Nel settembre 2013 è l’unico giornalista ad entrare nel monastero di Santa Tecla a Maaloula assediato dai ribelli jihadisti incontrando le suore che verranno poi rapite. Nel 2014 racconta il dramma di Aleppo e degli altri territori circondati dallo Stato Islamico.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Novembre 2015
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