Festa per i 50 anni di sacerdozio di don Michele Barban

Classe 1942, divenne parroco nel 1967. Ieri sera la grande cerimonia con oltre 200 persone che si sono strette attorno a quest'uomo di fede

Avarie

“Quando mi è chiaro il progetto che Dio affida alla mia vita, non c’è più timore di nulla. E’ solo questione di mettersi a servire concretamente.”

Questa è una delle frasi di don Michele Barban, tratte da una raccolta che ieri sera è stata regalata alle quasi 200 persone che – con affetto e riconoscenza – hanno condiviso un momento di festa: i 50 anni di sacerdozio, celebrati con una S. Messa a Crenna di Gallarate e con una cena presso il Ristorante “I Fontanili”.

Ebbene sì, correva l’anno 1967 e un giovane don Michele Barban si apprestava a diventare Ministro di Dio. Lui, don Michele, classe 1942, all’epoca 25enne, ha preso sul serio quella parola: Ministro. Da sempre è stato affezionato alle parole e al loro etimo, fino alla loro radice, quasi per dirci che occorre intelligenza, cioè capacità di “leggere dentro” le parole, le situazioni, le circostanze, le relazioni… Ecco, Ministro per lui è sempre stata una parola carica, consistente, pregnante. In questi 50 anni, per lui essere Ministro di Dio ha voluto dire una cosa ben precisa: essere servitore, essere fedele a quell’etimo “minus” che questa parola porta con sè.

Per le persone che hanno fede e partecipano alla vita di Chiesa, questa ricorrenza è la festa della fedeltà a Dio, che ha coinvolto in modo vitale una persona che ha scelto di impegnare la sua esistenza nella cura pastorale.
Per una persona che ha stima e affetto per Michele è festa perché ogni tanto bisogna dire agli amici che siamo contenti di quello che fanno augurandoci che continuino, nonostante tutto.

Ma ripercorriamo brevemente le tappe di questi 50 anni. Tutto è cominciato a Beata Giuliana di Busto Arsizio negli anni ruggenti, con la conseguenza che ancora don Michele si dichiara sessantottino non pentito.

Il passaggio “alla Coarezza”, la perla del Ticino, gli ha permesso di studiare e vivere una normalità aperta al sociale.
Il grande cambiamento è avvenuto con la realizzazione di Progetto Uomo del Ceis di Roma con il centro di solidarietà Gulliver a Varese.

Il ritorno a Crenna (e a Moriggia), senza dimenticare l’Unitalsi e i preti anziani della zona di Varese, non è stato un ritiro, se non nel senso di ritrovare, anche nella famiglia, le energie per consolidare le iniziative avviate e prepararsi per l’incontro definitivo con Gesù.

Chi lo conosce e lo frequenta, sa che ha un approccio alle “Cose del Cielo” non del tutto convenzionale, sicuramente un approccio da “Testimone”, perché il mondo di oggi ha più bisogno di Testimoni che di maestri e – come lui stesso ci ricorda – “un Dio esagerato vuole testimoni esagerati in un tempo segnato dalla caduta dei desideri e quindi della speranza”. Grazie don Michele.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 29 Giugno 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.