Piccoli Comuni, arrivano i fondi per la copertura banda larga
Come cambierà l'accesso a internet nei comuni dove la banda larga fatica ad arrivare
Passi in avanti sul fronte degli investimenti tecnologici per la banda larga nel nostro Paese: arriva il via libera del Senato alla dotazione finanziaria per interventi di realizzazione di reti
infrastrutturali nei piccoli Comuni d’ Italia, ritenuti maggiormente a rischio “digital divide” e, quindi, di restare isolati e arretrati rispetto alle connessioni negli altri territori.
Il piano per i Piccoli Comuni. In parole povere, si tratta di una opportunità importante per i Comuni con meno di 5 mila abitanti, in modo particolare per quelli che ricadono nelle cosiddette aree a fallimento di mercato, vale a dire quelle zone in cui gli operatori di telecomunicazione non riescono (o non hanno interesse) a portare la propria infrastruttura fisica per realizzare reti per la connessione veloce e ultraveloce a Internet.
Come superare il digital divide. In termini numerici, si stima che circa 7300 Comuni italiani su un totale di 8100 siano appunto presenti in queste aree bianche, dove quindi è più complesso
l’accesso alla Rete Internet e, di conseguenza, a tutti i servizi relativi. Per fortuna, qualche alternativa esiste, come nel caso della tecnologia wireless fornita da Eolo, che riesce a raggiungere anche zone non coperte dalle connessioni “tradizionali” e mette a disposizione dei clienti interessati particolari offerte internet ultraveloce a costi convenienti.
Fondo da 100 milioni. Grazie al DDL approvato al Senato, comunque, è stato creato un fondo di 100 milioni di euro fino al 2023 che servirà sia a finanziare gli interventi per la banda larga che
per la ristrutturazione dei centri storici e, più in generale, per la manutenzione del territorio, oltre che per incentivare alcuni interventi di promozione locale come tutela dei prodotti tipici
ed efficientamento energetico.
La strategia nazionale per la Banda Larga. Un’ altra notizia importante per le piccole realtà arriva dal concomitante via libera offerto ai Comuni che ricadono nelle aree bianche di attingere ai fondi previsti dal Comitato interministeriale per la programmazione economica per l’attuazione della Strategia italiana per la banda ultra larga. Sul piatto ci sono 2,2 miliardi di euro, che saranno destinati in via prioritaria ai progetti informatici presentati dai piccoli Comuni, anche per la realizzazione dei programmi di eGovernment.
Il Piano fino al 2020. È da anni ormai che il Governo (i Governi, in verità) d’ Italia sta cercando una soluzione al problema del digital divide, con un’accelerazione che è arrivata in modo particolare
nel maggio 2016, quando il Ministero dello Sviluppo Economico ha presentato il Piano degli investimenti che ha, tra gli obiettivi, garantire a tutti i cittadini italiani una connessione a 30 Mbps e l’85 per cento di copertura oltre i 100 Mbps entro il 2020. Target ancora lontani, in verità, ma che potrebbero trovare una spinta positiva anche attraverso gli incentivi per i Piccoli Comuni.
Andamento lento. A realizzare questa rete veloce dovrebbe essere Infratel Italia, società in house del Mise, che è stata individuata come soggetto attuatore dei bandi fin qui pubblicati, mentre
su Open Fiber (impresa nata dalla collaborazione tra Enel e Cassa Depositi e Prestiti) in qualità di operatore wholesale è ricaduto l’incarico di concessionario ventennale, dopo i primi due bandi
assegnati prima dell’estate 2017 (non senza code polemiche).
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