Sanità regionale, passano in Consiglio le modifiche alla legge di riforma
Nello specifico si accoglie la richiesta avanzata dai Sindaci del medio lago di Como, del Porlezzese e della Val d’Intelvi di rivedere gli azzonamenti sociosanitari territoriali
Un’approvazione in Consiglio regionale ha segnato il passaggio di un provvedimento importante che riguarda la sanità nel Comasco ma che ha fatto anche esultare l’opposizione Pd che è riuscita a mandare sotto su un emendamento la maggioranza di centrodestra in Consiglio.
Quello approvato a maggioranza in Consiglio regionale è il provvedimento che introduce alcune modifiche alla legge 23 di riforma del sistema sociosanitario regionale e che nello specifico accoglie la richiesta sostenuta dal Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi e avanzata dai Sindaci del medio lago di Como, del Porlezzese e della Val d’Intelvi di rivedere gli azzonamenti sociosanitari territoriali e di riportare i Comuni facenti parte della ex USSL 18 negli ambiti della ASST Lariana e dell’ATS dell’Insubria: anche l’Ospedale di Menaggio sarà ricondotto all’interno dalla ASST Lariana. Tali modifiche entreranno in vigore dal 1 gennaio 2019.
Il provvedimento prevede anche l’attivazione dell’agenzia di promozione del servizio sociosanitario lombardo a livello nazionale e internazionale, non più come realtà a se stante ma riconducendo tale attività direttamente nell’ambito della Direzione generale competente in seno all’Assessorato regionale.
Viene inoltre autorizzato in via sperimentale lo svolgimento dell’attività libero professionale con le modalità dell’intramoenia allargata “nel rispetto della normativa vigente e delle linee guida che dovranno disciplinare anche idonei criteri definiti ai fini della trasparenza delle agende e della tracciabilità dei pagamenti, prevedendo altresì il collegamento in rete con le strutture del sistema”. Viene previsto infine l’inserimento delle aree di montagna nella rete della formazione medico specialistica e viene dato mandato alla Giunta di definire una quota specifica di borse di studio aggiuntive da destinare specificatamente alle zone montane.
I consiglieri Pd hanno invece esultato perché è stato approvato a scrutinio segreto un emendamento del Partito Democratico (38 voti a favore, 32 contrari) che reintroduce la prova scritta per gli aspiranti direttori generali, in aggiunta alla valutazione dei candidati per titoli e colloquio. L’abolizione della prova scritta era stata inizialmente votata in Commissione Sanità.
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