“Regione Lombardia lanci un’offensiva contro l’HIV”
Il Presidente degli Amici della Terra, Arturo Bortoluzzi, rilancia l'idea di un tavolo istituzionale che assuma decisioni drastiche contro l'aumento dei contagi
«Regione Lombardia, nella sede di Varese, diventi il luogo dal quale poter lanciare una iniziativa offensiva e ragionata contro l’HIV»
È la richiesta che Arturo Bortoluzzi, presidente degli Amici della Terra lancia alle istituzioni in una lunga lettera:
« Ogni anno sale inesorabilmente la quota dei malati di HIV.
Questa notizia non ci giunge assolutamente inaspettata. Anzi, questo è un problema sociale estremamente grave che merita venga preso in carico dalle pubbliche istituzioni, ma anche dalla società civile con interventi decisi. E’ da anni che infatti troviamo in archivio resoconti sulla quantità dei malati di HIV, senza leggere poi di conseguenti interventi di chicchessia.
Avevamo già scritto dal 2010, chiedendo provvedimenti risoluti da parte delle Istituzioni, come da parte della maggiore autorità delle scuole, ma non abbiamo ricevuto risposte.
Lo abbiamo fatto, ancora ora, chiedendo al Sindaco del Comune di Varese, e al Presidente della Provincia di Varese, di concerto con il Presidente della Regione Lombardia, di convocare, una riunione dei rappresentanti degli enti pubblici competenti e delle Associazioni del terzo settore interessate (come lo siamo noi), in cui ognuno possa ottenere tutte le informazioni necessarie e prendersi le proprie responsabilità al riguardo.
Alla riunione deve essere presente chiaramente il professor Paolo Grossi, Primario Responsabile di reparto e ambulatori degli infettivi dell’Ospedale di Varese e docente all’Università dell’Insubria, che nuovamente ha lanciato l’allarme.
Abbiamo proposto, anche, che di queste riunioni se ne possano fare stabilmente, così da poter avere una informazione continua, sapendo come migliorare il nostro agire per venire incontro ai problemi della comunità.
Speriamo vengano assunti provvedimenti risoluti, soprattutto, da parte delle istituzioni in relazione alla competenza sanitaria in capo al Sindaco.
Una volta per tutte auspichiamo che il Provveditore possa partecipare attivamente e concordare con le istituzioni competenti una soluzione operativa e che si possa individuare, per ogni istituto scolastico un docente che possa diventare una sorta di presidio per informare i giovani sull’AIDS e su come evitare il contagio.
Il Professore Grossi, lo ha ricordato: “Dall’Hiv non si guarisce, ma con diagnosi e cure adeguate si tende a cronicizzare la malattia”.
Proponiamo che all’ordine del giorno della sperabile riunione, che auspichiamo venga convocata, oltre a quanto già indicato, si ponga:
– la realizzazione di un dépliant sulla malattia e sui comportamenti che devono essere tenuti per evitare di contrarla;
– la distribuzione dello stesso ai Sindaci dei Comuni dell’ATS di Varese richiedendo loro di diffonderlo capillarmente.
Resta chiaro che, qualunque iniziativa possa essere assunta dall’ente pubblico, questa avvenga di concerto con l’Ospedale e la competente ATS.
Insomma, quello che auspichiamo è che la dichiarazione del Professor Grossi non abbia a scivolare sulla pelle di coloro che possono prendere delle decisioni conseguenti. La responsabilità in materia sanitaria del Sindaco non può accettare che nulla sia fatto e che, conseguentemente, il prossimo anno sia segnalato un nuovo aumento di degenti per colpa dell’HIV».
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