Ciao Portogallo, il cammino parla spagnolo

Un taxi boat per attraversare il fiume Mino dopo 28 km di strada. Prima notte in terra spagnola

Cammino portoghese

Il fiume Mino l’ho attraversato con un taxi boat. Non si poteva fare in altro modo per passare dal Portogallo alla Spagna perché oggi il traghetto non lavorava. Cinque euro per cinque minuti e su quella barca c’era un pezzo d’Europa, con me anche Christa dalla Germania, tre ragazzi dalla Grecia, Slovenia e Repubblica Ceca, oltre a José che guidava. Noi cinque pellegrini che dopo quattro giorni da Porto si entra nel paese di Santiago. Così ci ritroviamo pure con un’ora avanti. 

Nelle ultime ore è stata di nuovo messa a dura prova la mia capacità di parlare due diverse lingue: lo spagnolo e l’inglese.  

Non riesco a prendere una barca senza che il mio pensiero non vada a quanti rischiano la vita nel Mediterraneo. Oggi siamo dovuti scendere su una spiaggia e non su un molo. Avevamo tutta la tranquillità del mondo eppure scattava un po’ di apprensione.

Una tappa bella tosta con quasi 34 chilometri percorsi. Partenza presto, meno di quello che sarebbe stato possibile se Damiano non mi avesse fermato in cucina mentre facevo colazione alle 6. Era arrivato tardi e quando sono rientrato già dormiva. Torinese, passione per la bici, dopo averlo percorso lo scorso anno con i suoi tra barboncini in un carrellino, quest’anno ha deciso di esagerare. Arrivava dopo aver pedalato su tutto il cammino francese, da lì in bus fino a Lisbona e da lì risale di nuovo per Santiago. Stamattina aveva bisogno e piacere di parlare e così solo alle sette sono riuscito a salutarlo e a prendere la via della costa.

Una giornata coperta e ventosa ma con un clima perfetto per camminare. Ho scelto di fare tutta la senda Litoral e così mi sono gustato il suono e il profumo dell’oceano. A metà strada ho incontrato Christa che avevo già visto in un precedente ostello. Arriva da Monaco e così abbiamo camminato fino a Caminha dove avrebbe dovuto dormire, ma poi visto che anche i tre ragazzi volevano arrivare ad A Guarda ha deciso di aggiungersi.

Lunga, davvero molto lunga, ma l’allenamento inizia a dare i suoi effetti e quindi la tanta strada non mi ha pesato tanto. Certamente la stanchezza si sente e con questa anche il sole che a un certo punto a ripreso a battere.

L’arrivo nella deliziosa cittadina sull’oceano è stata un’altra sorpresa. All’inizio un po’ fastidiosa, ma poi un vero piccolo capolavoro. All’ingresso dell’ostello una scritta: “Regreso in unos minutos”.

L’ospitalero volontario era andato a prendere il caffè e quando è rientrato dopo oltre venti minuti ha fatto un gran sorriso: “unos minuto significa che puede ser uno, dos, tres…”. Una simpatia incredibile è uno stile fantastico. Siamo stati a chiacchierare un po’ perché nel frattempo è arrivata anche Laura di Bergamo che da tempo vive a Lanzarote lavorando online come istruttrice di yoga.

L’ho presa in giro chiedendole che lavoro fosse, ma intanto ci vive davvero.

Antonio, l’ospitalero è incantato e si capisce il perché. Senza alcuna malizia le dice che è guapissima e le fa i complimenti per gli occhi azzurri. Lei parte oggi per il suo primo cammino ma se la prenderà comoda perché domani resterà ancora qui per scoprire la montagna sopra la città che è parte di un promontorio.

Io invece devo iniziare a programmare un po’ le prossime tappe perché ci sono diverse varianti possibili.

Stasera siamo in tanti nell’ostello anche se oggi a parte i tre ragazzi non abbiamo incontrato nessuno. È un po’ un mistero questo cammino portoghese perché lungo la via gli incontri sono rarefatti e poi ti ritrovi. Ci sono anche due rumeni e una russa.

Domani altra tappa lunga di una trentina di chilometri.

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Luglio 2019
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