La mia quarantena in Nova Scotia, regione a sud-est del Canada

Il racconto di Lorenzo che è da mesi in Canada: "Mi rimane poco più di un mese prima del ritorno in Italia e per quanto dispiaccia non aver vissuto un'esperienza all'estero normale riconosco che sia stata unica a modo suo"

Memoria covid

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Di seguito la storia di Lorenzo.

L’inizio del nuovo decennio è stato indubbiamente caratterizzato dal virus COVID-19, che propagatosi a livello mondiale ha stravolto la quotidianità di ognuno di noi.

Personalmente questo 2020 era iniziato con la consapevolezza di essere uno degli anni più significativi della mia vita, contraddistinto dall’esperienza di intraprendere un semestre inNova Scotia, regione a sud-est del Canada. Questa decisione è stata il risultato della mia passione di viaggiare addizionata alla voglia di misurarmi con una realtà totalmente diversa e lontana dalla normale routine.

Difatti appena sono arrivato tutto ciò che mi circondava era diverso: oltre ovviamente alla lingua, avere intorno a me paesaggi e persone mai viste mi ha fatto comprendere a pieno che avrei vissuto un periodo della mia vita distante dalla mia ordinarietà.

Per quanto si tenda a considerare l’apprendimento dell’inglese come principale ostacolo (che ha comunque la sua rilevanza) in questo tipo di esperienze bisogna essere abili a tirare fuori il meglio da ogni situazione e di riuscire a vivere bene in un contesto totalmente diverso da quello di cui si è abituati.

Durante le prime settimane sono riuscito ad ambientarmi bene facendo nuove amicizie e tenendomi impegnato entrando a far parte della squadra di atletica della scuola e iscrivendomi in palestra. Dopo essermi adattato a pieno a questa nuova routine ho dovuto far fronte alla pandemia che a metà marzo si è avventata anche in Nova Scotia.

Da quel periodo dunque sono stato costretto a rinunciare a tutto ciò che mi ero costruito. È stato davvero difficile accettare tutte queste limitazioni in quella che doveva essere un’esperienza unica del suo genere. Mi sono trovato davanti ad una nuova difficoltà che era impossibile da pronosticare e diversi studenti all’estero come me o non se la sono più sentita di continuare o sono stati costretti a lasciare il loro paese ospitante. Fortunatamente io ho avuto l’opportunità di scegliere se rimanere o ritornare in l’Italia e ho preferito proseguire la mia esperienza.

Nonostante periodi di alti e bassi ho cercato comunque di utilizzare il mio tempo a casa in maniera produttiva passando il maggior tempo possibile con la mia famiglia e con il mio fratello ospitante. Stando tanto tempo a casa ho potuto parlare molto inglese e ho avuto modo di mantenermi attivo con il mio fratello ospitante uscendo per delle camminate lungo la via e giocando a calcio in giardino.

Per quanto siano stati mesi complicati, sono comunque rimasto positivamente sorpreso dalla condotta assunta dal governo della Nova Scotia: Appena è stato rilevato il primo caso positivo al COVID-19 il governo si è affrettato a porre restrizioni e ha mantenuto questa posizione per diverso tempo per evitare la diffusione.

Attuando un piano ben organizzato il numero di casi è sempre stato abbastanza contenuto e siamo arrivati in questi giorni in cui il numero di casi attivi sta drasticamente calando e le restrizioni stanno finalmente diminuendo.

In queste ultime settimane ho trascorso interi weekend con la mia famiglia nella loro roulotte e da qualche giorno posso anche uscire con i miei amici stando seppur a debita distanza. In questo periodo avrò sicuramente uno stimolo in più per recuperare ciò che questi due mesi e mezzo mi hanno portato via.

Adesso mi rimane poco più di un mese prima del ritorno in Italia e per quanto dispiaccia non aver vissuto un’esperienza all’estero normale riconosco che sia stata unica a modo suo: ho dovuto affrontare e superare un’ulteriore difficoltà impronosticabile che mi ha aiutato a vedere le cose in modo diverso senza dare nulla per scontato e apprezzando ogni singolo momento di questa mia avventura.

Lorenzo Cavuoti  

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Pubblicato il 29 Maggio 2020
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