Servizi a pagamento senza il consenso dei clienti, sequestri e perquisizioni in WindTre
L'indagine riguarda l'addebito fraudolento agli utenti di servizi non richiesti e per i quali non è stata data autorizzazione da parte dell'utente. Sequestrati 12 milioni di euro
Attivazioni fraudolente di servizi a pagamento sul conto telefonico. Si muovono Procura di Milano e Guardia di Finanza con un’indagine che ha portato ad una vasta operazione a tutela dei consumatori che ha coinvolto uno dei principali operatori di telefonia mobile nazionali come Windtre.
Secondo gli inquirenti (sostituto procuratore Francesco Cajani) avrebbero addebitato agli utenti servizi a pagamento senza il consenso dei propri clienti. La Guardia di Finanza ha eseguito perquisizioni e sequestri anche presso la sede legale della compagnia telefonica. Una lettera è stata inviata anche all’Autorità garante delle comunicazioni in relazione alla posizione di Vodafone e Tim.
In una conferenza stampa in Procura a Milano il procuratore capo Francesco Greco, l’aggiunto Eugenio Fusco e il sostituto Cajani hanno presentato i risultati dell’inchiesta che riguarda 11 persone, dipendenti di WindTre (anche con ruoli dirigenziali), di Pure Bros spa, di un’agenzia di comunicazione e di una società registrata a Dubai. Sequestrati anche 12 milioni di euro.
Numerose perquisizioni ed ispezioni informatiche sono state eseguite in questi giorni dai militari della Guardia di Finanza del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche e della Squadra reati informatici della Procura. Sono infatti migliaia i clienti delle tre più importanti compagnie telefoniche italiane (WINDTRE, VODAFONE e TIM) a cui sono stati accreditati importi non dovuti per attivazioni indebite dei cosiddetti Servizi a valore aggiunto (VAS) sul proprio dispositivo mobile.
Bastava visitare una pagina web, talvolta con l’inganno di fraudolenti banner pubblicitari e, senza far nulla (Zero Click), ci si ritrovava istantaneamente ad essere abbonati ad un servizio che prevede il pagamento di una somma di denaro sul conto telefonico ogni
settimana o mese in cambio dell’accesso a contenuti come notizie, oroscopi, suonerie, meteo, gossip, video o altro. Fenomeno illecito che, come dai riscontri acquisiti dal consulente informatico della Procura di Milano, non si è interrotto neppure durante la
recente emergenza sanitaria nazionale.
Un business illecito da milioni di euro con opportunità di guadagno anche mediante le attivazioni dei servizi VAS sulle connessioni mobili usate tra macchine per lo scambio di dati (le cosiddette machine to machine, M2M) senza alcun consenso da parte di utenti.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, nella persona del Procuratore della Repubblica dott. Francesco Greco, del Procuratore Aggiunto dott. Eugenio Fusco e del Sostituto Procuratore dott. Francesco Cajani, riguarda l’ipotesi di
frode informatica ai danni dei consumatori ex art. 640-ter c.p., l’intrusione abusiva a sistema telematico ex art. 615-ter c.p. e la tentata estorsione contrattuale ex art. 56, 629 c.p., commessa da 3 soggetti – alcuni con ruolo dirigenziale – di WINDTRE nonché di
aggregatori/hub tecnologici, content service provider (CSP) in concorso tra loro.
Attualmente sono undici le persone indagate mentre 12 sono i milioni di euro già sottoposti a sequestro preventivo. L’AGCOM è stata compiutamente informata. Vi è l’impegno di tutti per interrompere, definitivamente, tale illecito fenomeno.
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