Il Guardian compie 200 anni
Di proprietà di una fondazione che ne garantisce l'indipendenza, ha un modello di business basato sui contributi dei lettori: il Guardian compie 2 secoli

Era un settimanale, si chiamava The Manchester Guardian, ed era il 1821. Oggi è uno dei più importanti gruppi editoriali del mondo, si chiama più semplicemente Guardian e festeggia appunto i 200 anni dalla fondazione.
Caso più unico che raro nel panorama dell’informazione, il Guardian è di proprietà di una fondazione intitolata a C.P. Scott, direttore e proprietario della testata a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. E ricordato per la celebre massima “Comment is free, but facts are sacred” che ancora guida la linea editoriale della testata. Ovvero, i commenti sono liberi, ma i fatti sono sacri. Una bussola importante, specie in un’epoca di disinformazione.
Times change but Guardian values don’t: 200 years, and we’ve only just begun | Katharine Viner https://t.co/LuvhzFRjLl pic.twitter.com/x9xMmmddeF
— The Guardian (@guardian) May 5, 2021
Particolare anche il modello di business dell’edizione digitale (ne esistono una inglese, una americana e una australiana): il sito del Guardian è liberamente accessibile, senza alcun limite. Ai lettori viene solo chiesto un contributo volontario per sostenere il giornale. Ma anche senza pagare, è comunque possibile leggere tutti gli articoli. Un modello che ha dimostrato di funzionare, visto che nel 2019 il Guardian è tornato a chiudere i bilanci registrando un utile. Decisamente un buon viatico per la festa per i 200 anni.
Foto Bryantbob – Own work, CC BY-SA 3.0
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