Willy Caruso: “Melli il mio modello in campo. Vertemati diretto e onesto: a Varese anche per lui”

Il giovane "lungo" della Openjobmetis si presenta: «Ho conosciuto il calore dei tifosi varesini guardando le partite in tv. Gentile mi ha preso sotto la sua ala, io provo a imparare qualcosa a ogni allenamento»

guglielmo caruso basket

Ci voleva l’edificio in legno più grande d’Europa, lo stabilimento “Novello” di Oggiona con Santo Stefano, per ridimensionare i 2 metri e 8 centimetri di Guglielmo “Willy” Caruso, il giocatore più alto della Openjobmetis (insieme a John Egbunu) che ha esordito in biancorosso (3′) nel match di Supercoppa contro Sassari e quindi è stato ufficialmente presentato dalla società.

Caruso, napoletano di 22 anni, è al primo anno di Serie A ma ha già alle spalle esperienze formative importanti: tre anni a Santa Clara, California, per giocare in NCAA e poi il primo approccio con la Nazionale senior visto che Sacchetti lo ha convocato e fatto giocare quest’estate ad Amburgo con Germania e Tunisia. In azzurro, Caruso ha avuto modo di conoscere il suo riferimento, tra i cestisti italiani, Nicolò Melli: «Per molti anni guardavo ho considerato Nik come mio modello, sia per il modo che ha di giocare sia per la sua etica di lavoro. Ho avuto la fortuna di affiancarlo in nazionale e mi ha dato una mano in quel frangente».

Caruso, di certo, non ha paura di osservare e imparare da chi ha più esperienza di lui. «Qui a Varese ascolto ogni volta che posso i consigli dei veterani. Soprattutto Alessandro Gentile che mi ha preso sotto la sua ala e non si fa problemi a darmi indicazioni. Lo stesso posso dire di coach Vertemati, uno dei principali motivi per cui sono venuto alla Openjobmetis. Adriano è una persona diretta e onesta, se ti deve dire una cosa in faccia lo fa. E io non sono permaloso, non me la prendo: penso che più uno si arrabbia con te, più vuole il tuo bene».

«Per noi Guglielmo è un investimento: è giovane ma con alle spalle un vissuto importante – interviene Andrea Conti, dg della Pallacanestro Varese – Rappresenta un progetto di media-lunga durata (il contratto è triennale ndr) e ci vorrà pazienza. Però ha un’ottima carrozzeria e i nostri “meccanici”, inteso come staff tecnico, stanno lavorando per completare la sua formazione. Lui ha tanta voglia di migliorarsi e questo favorisce il suo inserimento».

Presentazione Guglielmo Caruso

Caruso, cresciuto a Napoli e poi nel settore giovanile di Torino prima del salto in California, è al suo primo contatto con Varese. «Ero un po’ scettico, non ero mai stato qui e invece ho trovato una città stupenda e accogliente. Dal punto di vista del basket però sono orgoglioso di essere arrivato in una piazza storica del basket italiano. Varese era una di quelle squadre che seguivo da ragazzo e anche dalla televisione si capiva il calore e l’attenzione che ha la gente verso la nostra realtà. Ieri i tifosi si sono già fatti sentire nonostante le limitazioni ed è stato bello sentire l’incitamento anche nei momenti difficili. Sarà ancora più magico quando potremo avere tanta gente in tribuna. Intanto, nel momento del mio esordio, ho sentito una forte emozione e quindi ho cercato di non pensarci, di ascoltare le direttive del coach e di concentrarmi sul gioco». Umiltà, prima di tutto: «So di non essere ancora del tutto pronto per competere al massimo in questa categoria. Ma so anche di poter cogliere le occasioni che mi vengono date per imparare. Non mi sono posto obiettivi precisi, voglio prendere spunto da gente più esperta, migliorare in allenamento, guadagnarmi i primi 5′ sul campo e farli diventare pian piano 10′, 15′. Con il lavoro, i risultati arriveranno».

E infine, uno sguardo al recente passato. «Gli anni negli USA rappresentano una esperienza fantastica, sia umana sia come giocatore. L’America è davvero un altro mondo. Dovessi ripartire non cambierei niente di quello che ho fatto: non mi pento di nulla, ho solo il rimorso di non aver potuto competere a un livello ancora più alto con i Broncos a causa del Covid e della partenza di due ragazzi fondamentali per la squadra. Però mi sento cresciuto in modo esponenziale in quel periodo, un percorso che rifarei al 100%».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Settembre 2021
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