Chiamò “negro” un giocatore del Cas Sacconago, denunciato dal Comitato per gli Immigrati l’ex-allenatore del Gallarate calcio
L'episodio risale al 17 ottobre quando, durante la partita tra Gallarate e Cas Sacconago, l'allenatore apostrofò il giocatore di colore della squadra avversario con un epiteto razzista. La presidente del comitato: "Non possiamo permettere che discriminazioni del genere possano prendere il sopravvento"

Il mondo del calcio è stato scosso, lo scorso 17 ottobre, da un episodio di discriminazione avvenuto durante una partita di Allievi under 17 tra la squadra del Gallarate Calcio e il Club Amici dello Sport (CAS) Sacconago, svoltasi a Busto Arsizio. Secondo quanto riportato, un allenatore avversario avrebbe chiamato un giovane giocatore marocchino di 16 anni con il termine “negro” durante la partita.
Il Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione, con sede a Bogliasco in provincia di Genova, ha sporto denuncia presso la Procura della Repubblica per i reati di discriminazione di cui agli articoli 3 della Costituzione italiana, 604-bis c.p., L. del 25 giugno 1993 n. 205 (Legge Mancino), 595 c.p. e gli eventuali da ravvisare. La presidentessa del Comitato, Aleksandra Matikj, ha dichiarato: «Non possiamo permettere che discriminazioni del genere possano prendere il sopravvento, specialmente nei confronti di chi è così giovane e vulnerabile. Interveniamo anche in quanto facenti parte dell’Associazione UNAR, l’ufficio deputato dallo Stato a garantire il diritto alla parità di trattamento, affinché il razzismo possa e debba essere combattuto in un Paese come l’Italia, che si considera civile e che rispetta i diritti di esistenza e di sviluppo di tutti alla pari, considerando la Costituzione italiana e il rispetto reciproco».
L’allenatore in questione è stato squalificato per sette mesi e allontanato dalla squadra. Il Comitato ha inoltre invitato le possibili altre vittime di simili situazioni a contattarli tramite email per ricevere aiuto e supporto legale. Questo episodio rappresenta un triste richiamo alle discriminazioni ancora presenti nella società e alla necessità di combatterle in ogni ambito, anche in quello sportivo, dove i valori di fair play e rispetto dovrebbero essere alla base del gioco.
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