Amalia Ercoli Finzi racconta le stelle ai ragazzi e alle ragazze
Prima ingegnere aeronautica in Italia, ha portato agli studenti delle scuole Maino di Cassano le immagini della spedizione Rosetta del 2014-2016. Ma soprattutto ha portato la sua storia e il suo esempio, figlio di una curiosità per il mondo scientifico nata fin da bambina
«Non ci sono mestieri da uomo o da donna, non ci sono mestieri di genere: ci sono solo mestieri per persone competenti». È un bel messaggio per le ragazze, quello portato da Amalia Ercoli Finzi, la “signora delle comete”, la più grande scienziata aerospaziale attiva in Italia.
Oltre sessant’anni fa, Amalia Ercoli è stata la prima donna italiana a laurearsi in ingegneria aeronautica: nata a Gallarate, mercoledì mattina è arrivata alle scuole medie Maino di Cassano Magnago per un incontro con i ragazzi e le ragazze, per raccontare le sue ricerche, un pezzo della sua esperienza personale.
Introdotta dalla docente di matematica e scienze Loredana Riganti e incalzata dalle domande degli studenti, ben preparati all’incontro, la scienziata – invitata dall’istituto tramite una semplice mail, grazie anche alla collaborazione del Politecnico di Milano – ha raccontato prima di tutto le sue ricerche, in particolare la missione Rosetta, che nel 2014 ha raggiunto la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Ingegnere aerospaziale dell’Agenzia Spaziale Europea, Ercoli Finzi aveva curato la sonda Philae-Sd2, «atterrata con un errore di cento metri, dopo un viaggio di 500mila chilometri dalla Terra». Il racconto dell’«accometaggio» è stato coinvolgente e raccontato anche con una bella dose d’ironia, capace di parlare a ragazzi e ragazze giovanissimi.

Al tavolo con il sindaco Pietro Ottaviani (accompagnato dalla giunta), con il dirigente Alessandro Bocci e la sua collaboratrice Riccarda Colombo, Ercoli Finzi non ha raccontato solo la sua straordinaria carriera scientifica, ma – sollecitata dagli studenti – anche un pezzo della sua vita, ad esempio gli anni duri della Seconda Guerra Mondiale e dei bombardamenti, il periodo del Dopoguerra («fame, fumo e freddo, portavamo a scuola la legna per scaldarci») che le hanno insegnato l’attenzione all’essenziale, la sua amicizia con l’astrofisica Margherita Hack. Due “ragazze” figlie di storie diverse – credente la Ercoli Finzi, atea militante la Hack – ma con lo stesso sguardo rivolto alle stelle.

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