“Difendere la prossimità nei centri storici e nei quartieri significa proteggere la nostra identità”
Al convegno nazionale “Shopping Center 2025” di Milano organizzato da Retail Institute, Rudy Collini (presidente di Uniascom provincia di Varese) portavoce del commercio di vicinato tra i big del retail

L’Auditorium Leonardo Da Vinci – Deloitte di Milano ha ospitato la quarta edizione di “Shopping Center”, un momento di confronto tra i maggiori protagonisti del settore, per riflettere sull’evoluzione dei centri commerciali, tra dati, esperienze e coesione sociale. L’evento di rilievo nazionale è promosso da Retail Institute Italy, l’associazione che dal 1995 rappresenta in Italia l’intera filiera del settore retail: dalle aziende industriali e distributive ai centri commerciali, dai fornitori di servizi e tecnologie fino al mondo della consulenza e della formazione.
Un incontro di alto livello con interventi di aziende tra cui EssilorLuxottica, SEA Aeroporti Milano, L’Erbolario, Löwengrube e alcuni dei principali operatori del settore dei centri commerciali, da Scalo Milano Outlet & More a Vicolungo The Style Outlet e Svicom Agency. Tra i relatori anche Emna Neifar e Francesco Ragghianti, rispettivamente Director e Partner di Deloitte, padroni di casa della giornata insieme al team del Retail Institute.
La voce dei centri storici nel tempio del retail
In questo contesto altamente qualificato, Rudy Collini, presidente di Confcommercio Uniascom provincia di Varese e responsabile nazionale dei Distretti del Commercio, è stato invitato a raccontare l’esperienza del commercio di prossimità. Intervistato da Stefania Lorusso, direttrice responsabile di Cibus Link, Collini ha riportato al centro del dibattito la centralità dei centri storici come presidio economico, sociale e identitario.
«I centri storici», ha evidenziato, «sono il cuore pulsante delle nostre comunità. Difenderli significa proteggere la nostra identità e costruire città più sicure e inclusive».
Nelle sue risposte, Collini ha messo a confronto l’esperienza di acquisto nei centri storici – basata su relazione umana, autenticità, storia locale, tradizioni e una varietà dell’offerta rappresentata da tantissimi negozi storici – con quella nei centri commerciali, orientata a comodità e completezza. «Autenticità da una parte, efficienza dall’altra: entrambi i modelli rispondono a esigenze differenti del consumatore contemporaneo».
Collaborazione con i grandi brand per città più vive
Tra i passaggi centrali dell’intervista anche il richiamo a modelli integrati di sviluppo, che sappiano tenere insieme commercio, cultura e turismo. Collini ha sottolineato come sia fondamentale «trasformare i centri urbani in luoghi da vivere, non solo da visitare», puntando su eventi culturali, marketing urbano e percorsi esperienziali che rafforzino il legame con il territorio. Da qui l’invito rivolto ai tanti brand nazionali presenti in sala a riconoscere il loro ruolo sociale nelle comunità in cui operano, costruendo una collaborazione più stretta con le Confcommercio territoriali, a sostegno della crescita, della vitalità e della coesione dei centri storici.
Dialogo possibile
Alla domanda della giornalista su come centri storici e centri commerciali possano dialogare, Collini ha risposto: «Per anni abbiamo assistito a un insediamento commerciale spesso sbilanciato e fuori controllo, che ha determinato un’eccessiva offerta rispetto alla domanda, generando il rischio di “cattedrali nel deserto” e congestionando le arterie viabilistiche delle città. Oggi è necessario aprire un tavolo strategico di confronto per provare a costruire un ecosistema commerciale più equilibrato, resiliente e sostenibile».
Conoscere per agire: i dati al servizio delle strategie
Collini ha poi presentato una delle leve più strategiche oggi a disposizione del sistema Confcommercio: la piattaforma Analytics, sviluppata in collaborazione con WindTre e Accenture. «Con Analytics possiamo analizzare in tempo reale, nel totale rispetto della privacy, chi frequenta i nostri centri urbani: età, genere, provenienza (italiani e stranieri), capacità di spesa, abitudini orarie e categoria (residenti, visitatori-turisti, lavoratori). A breve, arriveremo anche a definire il valore commerciale reale di ogni via, così da orientare al meglio investimenti e politiche di locazione».
I Distretti del Commercio, uno strumento fondamentale per il futuro delle città
Centrale nell’intervento di Collini è stato il riconoscimento del ruolo strategico dei Distretti del Commercio, nati proprio per rafforzare la sinergia tra pubblico e privato e promuovere la vitalità dei centri urbani. «A quindici anni dalla loro nascita», ha sottolineato, «possiamo affermare che i Distretti del Commercio funzionano e rappresentano uno strumento fondamentale per lo sviluppo territoriale. Dobbiamo lavorare per renderli sempre più efficienti, estendendo e integrando il modello nelle regioni italiane dove oggi non sono ancora presenti. Il futuro delle nostre città passa da qui».
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Non c’è bisogno di usare troppi anglicismi per ammettere che la grande distribuzione, l’ecommerce dai prezzi aggressivi e dallo sfruttamento lavorativo e la bulimia di centri commerciali sorti in ogni dove hanno contribuito a fornire la iniezione letale ai nostri centri storici oramai ridotti a grandi spazi svuotati da ogni funzione sociale e di aggregazione. Ma qualcuno tempo fa timidamente disse “non è che a furia di costruire iper-mega-centri pieni di negozi in franchising tutti uguali si arriverà a distruggere il commercio locale?” Ovviamente non è stato ascoltato.