Gli studenti sull’altare, la maglia del Napoli, i palloncini: a Sesto Calende l’ultimo abbraccio alla maestra Domenica Russo
Lunedì 19 maggio la tragedia sulla Pedemontana a Lomazzo. Martedì le esequie fra la commozione di colleghi e amici: "Una figlia una mamma, un'amica, una sorella. Una persona che sapeva regalare sorrisi e gesti d’attenzione a tutti"

A colpire è il colore azzurro del cielo che gioca a nascondino con le nuvole, proprio come il giorno in cui Domenica Russo di 43 anni perse la vita a bordo dell’autobus. Ma nelle ore dell’ultimo saluto c’è anche un altro azzurro, che questa volta entra in chiesa: la maglia numero cinque del Napoli che ha regalato tante emozioni ai tifosi, e ne avrebbe regalate anche a Nika, di sicuro, se fosse ancora tra noi.
Invece la chiesa di Sesto Calende si è rinchiusa in un silenzio rispettoso per salutare la figlia di una terra lontana, venuta a insegnare ai bimbi piccoli, come quelli della primaria di Cazzago Brabbia, o a sostenere gli ultimi come assistente sociale nei centri del Verbano, dove Nika lavorava, dove era conosciuta e apprezzata.

I familiari, i giovani alunni delle scuole di Ranco e Cazzago, i suoi studenti all’altare, i tanti colleghi insegnanti, le istituzioni, con diversi sindaci in fascia tricolore e il prefetto, oltre naturalmente ai tanti amici commossi. Fino a riempire non solo la chiesa di San Bernardino, ma anche l’omonima piazza nel centro della città. Anche il Governo, con una comunicazione ufficiale, ha garantito la sua presenza attraverso il prefetto di Varese Salvatore Pasquariello.
Il mondo della scuola e la comunità di tutto il Varesotto si sono stretti un caldo abbraccio per l’ultimo saluto a Domenica Russo, scomparsa nel tragico incidente sulla Pedemontana.
“VOLA IN CIELO CON I TUOI SUPEREROI”
Oltre alla maglia del Napoli, la bara al centro della navata era cosparsa di fiori, nel transetto era invece posta una corona di fiori e il gonfalone sestese, mentre sul sagrato appena fuori la chiesa i palloncini sono pronti a volare nel cielo azzurro, una volta terminata la cerimonia funebre, accompagnati da una scritta toccante: «vola in cielo con i tuoi supereroi».

Il parroco, Don Luciano Andriolo, ha ricordato “la maestra Nika”, come la chiamano tutti a scuola, durante l’omelia pronunciata subito dopo la lettura del Vangelo di Giovanni, dedicata all’apparizione di Gesù al Sepolcro: «Una figlia, una mamma, un’amica, una sorella. Una persona che sapeva regalare sorrisi e gesti d’attenzione a tutti. Una presenza in grado di trasportare e trascinare, una maestra di vita e una collega con cui era bello progettare ciò che poteva rendere la vita dei ragazzi più ricca, non solo di nozioni». In questi giorni, e nel corso della giornata, manifestazioni di grande affetto sono arrivate da molti paesi, primo fra tutti Cazzago Brabbia dove Domenica Russo insegnava.
La prima a prendere parola finito il rito religioso è stata la figlia Alessandra, adolescente, che ha scelto di parlare a cuore aperto anziché scrivere un discorso: «Non le ho detto tante volte ti voglio bene, forse per vergogna. Adesso riesco però a capire il significato della frase cogli l’attimo, di godersi ogni istante con qualcuno di prezioso, e di farlo senza vergogna. Molte delle persone oggi presenti non le conoscevo, ma so di poter contare su di loro nonostante tutto».
“A NOI ADULTI IL COMPITO DI SUPPORTARE GLI ALUNNI NELL’ELABORARE QUESTO DOLORE”
«Domenica si è impegnata in ambito sociale, sia svolgendo il servizio civile presso i Servizi Sociali del nostro Comune, sia con altre attività, ruoli e compiti che già allora mettevano in luce la sua profonda sensibilità e il suo desiderio di aiutare gli altri – così la ricorda il sindaco Elisabetta Giordani -. Successivamente, con la stessa dedizione, si è dedicata con passione all’insegnamento presso diverse scuole del territorio limitrofo. La notizia della sua improvvisa e tragica scomparsa, avvenuta durante quella che doveva essere una giornata di gioia, la tanto attesa gita scolastica, ci ha lasciati tutti attoniti e increduli».
Il sindaco Giordani ha poi voluto dedicare parole alla famiglia «ammirevole» e ai colleghi, e infine anche «un pensiero commosso va ai suoi alunni, che purtroppo hanno vissuto una terribile esperienza e piangono la perdita di una guida, della loro maestra che li ha amati, ispirati e accompagnati, sempre, con il suo sorriso. Li attende un lungo percorso di elaborazione di questo dolore. A noi adulti, scuola e famiglia, ma anche istituzioni, il compito di farcene carico e supportarli».
I VERSI DI SZYMBORSKA SCELTA PER LA GIORNATA DELLA POESIA
Le maestre di Cazzago Brabbia hanno voluto leggere i versi di Wislawa Szymborska, li stessi scelti in occasione della giornata della poesia anche da Nika, definita «un vulcano, perché era una vera napoletana, con tutto l’amore per la vita, gioiosa e piena di energia».
Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
È accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.
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