L’inversione dei ruoli: la sinistra al posto della destra
5 Maggio 2011
La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza.
George Orwell, 1984.
Egregio direttore,
che cosa dire dell’inversione dei ruoli tra la destra e la sinistra, se non che si tratta di una farsa grottesca che conferma l’esistenza (non di una destra e di una sinistra ma) delle “due destre”, dato di fatto lucidamente riconosciuto quindici anni fa dal sociologo Marco Revelli? Un tempo la sinistra era pacifista e antimilitarista e la destra bellicista e militarista; oggi un movimento razzista di estrema destra come la Lega Nord assume, a parole, posizioni contrarie all’intervento militare, mentre il presidente del consiglio, che è stato un buon amico di Gheddafi e ha stipulato solo due anni fa un Trattato di amicizia con la Libia, compie una giravolta di 180 gradi e, pur avendo la possibilità di fare una scelta di non intervento come quella compiuta dalla Germania, si allinea alle direttive guerrafondaie della Nato. Così, dopo aver proclamato: “Non bombarderemo mai”, con la solita tecnica della contro-programmazione si è smentito dichiarando: “Colpiremo solo obiettivi militari”. Si vede che per lui le nipotine di Gheddafi sono obiettivi militari. Da questo punto di vista, come non apprezzare l’incredibile mediazione che è stata raggiunta, per opera della Lega, fra le due posizioni? Pensate: si bombarda, sì, ma ‘a termine’, ossia fino ad una certa data. Se poi i costi di questo intervento dovessero lievitare, si porrà fine ad altri interventi militari. Il carattere strumentale di questa posizione è talmente smaccato che non è difficile prevedere che, dopo il voto amministrativo e referendario, la Lega, compiendo una conversione di 180 gradi nel più puro stile berlusconiano, accetti quanto oggi mostra di rifiutare. Del resto, quanto volete che contino, nell’ottica cinica delle destre, le distruzioni, la morte di civili indifesi e anche di militari (che sono uomini e donne anch’essi) rispetto ai giochi della politica, agli affari che ne possono scaturire, alla possibilità che le guerre offrono di restringere gli spazi di democrazia e di rinsaldare il potere?
E l’‘opposizione’ di centrosinistra che cosa dice? I riformisti laici e cattolici del Pd che cosa fanno? Mi riferisco agli eredi di Dossetti che per la Costituzione proponeva l’articolo 11, agli eredi di don Milani che, difendendo l’obiezione di coscienza, sosteneva che “l’obbedienza non è più una virtù”: quel don Milani che per primo Veltroni collocò nel Pantheon del Pd appena fondato. Ebbene, lungi dal trovarli schierati per la pace, decisi a contrastare l’imbroglio della “guerra a termine”, unanimi nella richiesta di por fine ad interventi che, con tutta evidenza, non salvano i ‘civili’, ma li ammazzano, nei loro interventi e nei loro giornali si adoperano a mettere in ridicolo la “guerra a termine”, sì, ma per contrapporre ad essa la “guerra interminabile” e il “bombardamento senza fine”. Questa, purtroppo, è la ‘sinistra’ filo-imperialista, che ha reciso ogni rapporto politico e morale con il popolo dei giovani che rifiutano la guerra, degli operai che non cedono ai ricatti del capitalismo, degli intellettuali che non hanno rinunciato al pensiero critico, delle persone sensibili e oneste che amano la pace, la giustizia e l’amicizia tra i popoli, segnatamente nell’area del Mediterraneo, “quel nostro stagno su cui si affacciano tutte le rane” (così diceva il sommo Platone). E alla testa di una simile ‘sinistra’ troviamo, con l’elmetto ben calcato sul capo umbertino, il presidente della repubblica, che è più a destra della destra.
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