Contro i negozi etnici, il progetto di legge regionale “Harlem”
"No ai quartieri ghetto", commenta il consigliere regionale della Lega Nord Longoni a margine della presentazione del provvedimento
Già un paio di settimane or sono il collegato per la modifica della legge 12/2005 (legge regionale di governo del territorio) aveva dato tra l’altro ai sindaci il potere di non autorizzare nei centri storici negozi che "non rispettino i valori architettonici, ambientali e del contesto sociale, della storia e del decoro e dei tratti culturali locali", a partire proprio dalle kebabberie. Il collegato prevedeva anche l’equiparazione delle sedi di centri culturali a carattere religioso con i veri e propri edifici di culto, facendole rientrare quindi nelle pianificazioni dei PGT di ciascun comune e rendendo ancora più difficile, ad esempio (ogni riferimento è puramente casuale) l’apertura di moschee. Secondo l’iniziativa leghista c’era in precedenza un vuoto normativo che permetteva di aprire attività religiose vere e proprie mascherate da centri culturali (ad esempio in capannoni industriali).
La nuova proposta di legge regionale, cosiddetta "Harlem" dal nome del rione newyorchese tradizionalmente abitato dai neri (e la Lega cita il lavoro di riqualificazione là svolto dal sindaco "legge e ordine" Rudolph Giuliani), riprende ed espande queste disposizioni, "metterà un argine al proliferare di centri massaggi orientali che coprono prestazioni sessuali a pagamento" assicura il consigliere regionale varesino del Carroccio Giangiacomo Longoni a margine della presentazione. "Abbiamo vere e proprie case di tolleranza mascherate da centri massaggi nei centri storici delle città lombarde". Dove evidentemente la clientela non manca.
Longoni attacca: “Nelle nostre città stiamo assistendo al sorgere di ‘quartieri ghetto’ caratterizzati da un eccessivo addensamento di esercizi commerciali extracomunitari, come centri massaggi o kebab (non proprio tipologie di attività identiche ndr) che mettono a rischio il livello della pacifica convivenza civile".
La nuova legge, precisa il consigliere leghista, intende adeguare la normativa regionale in materia di attività di artigianato, commercio, estetista e acconciatore alla direttiva europea ‘Bolkenstein’. "Si tratta di uno strumento che l’amministrazione regionale fornisce agli enti locali per riqualificare aree urbane compromesse dall’elevata concentrazione di negozi in contrasto con la sicurezza, la quiete pubblica, la tutela dei valori artistici o ambientali del territorio. I Comuni, infatti, potranno programmare, a cadenza quadriennale, l’insediamento di nuove attività commerciali, tenendo conto delle peculiarità del territorio e dell’impatto sul decoro urbano delle diverse tipologie di esercizi. Secondo il pdl ‘Harlem’ le amministrazioni sono chiamate a individuare nei loro Pgt le aree più critiche per l’elevata presenza di negozi multietnici, potendo così limitare nei centri storici le attività che non siano tradizionali. Un’attenzione particolare – ha sottolineato il consigliere regionale – verrà esercitata sulla tracciabilità dei prodotti alimentari di propria produzione (kebab, pollo indiano, take away cinese, altro), affinché il cliente possa trovarsi nelle condizioni di conoscere il più possibile in merito a provenienza e ingredienti". Non solo: "a difesa dei consumatori italiani, inoltre, gli stranieri che decideranno di avviare attività commerciali per la vendita di bevande e alimenti dovranno dimostrare di essere in grado di parlare e comprendere l’italiano e avranno l’obbligo di esporre le indicazioni sui prodotti in lingua italiana. Il progetto di legge ‘Harlem’ – ha concluso Longoni – potrà garantire il rispetto delle tradizioni del nostro territorio, mettendo a disposizione dei Comuni uno strumento ulteriore di governo decentralizzato, nell’ottica di quel federalismo municipale appena approvato dal nostro Governo”.
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