Al Del Ponte, una culla termica dove “abbandonare” i neonati

In un angolo appartato del Del Ponte è sorto, finanziato dalla Fondazione Rava, un piccolo locale destinato a madri disperate che non possono tenere il bambino

Quando la tecnologia si sposa con la tradizione. È stata inaugurata questa mattina all’ospedale Filippo Del Ponte la culla termica per i bambini abbandonati. Realizzata in un angolo riservato del perimetro ospedaliero, sarà a disposizione di chi, non potendo tenere il neonato, vorrà affidarlo alle cure del personale sanitario per dargli una possibilità.

«È stato Stefano a suggerirci l’idea. La sua storia ci indusse a fermarci e a riflettere. Nessuno avrebbe più dovuto vivere la sua drammatica esperienza». A parlare è Maria Vittoria Rava, della Fondazione Francesca Rava, impegnata da anni al fianco dei bambini del quarto mondo. La storia che ricorda Maria Vittoria è quella che giusto un anno fa vide protagonista un neonato gettato nel raccoglitore di abiti per il terzo mondo a Cassano Magnago e scampato per puro caso ad una morte orrenda: « Quel giorno il professor Agosti ci telefonò per raccontarci l’accaduto. Era ancora scosso. In quel momento decidemmo di dare un’alternativa a quelle madri disperate costrette al gesto estremo della separazione. Offriamo loro un conforto nell’atto del loro ultimo atto d’amore verso il figlio: una culla termica, appartata, dove poter lasciare nel più completo anonimato il piccolo, sapendo che qualcuno lo accoglierà».

La culla termica è una rivisitazione tecnologica della ruota degli esposti di origine medioevale che salvò la vita a tanti piccoli abbandonati. Si tratta di un piccolo locale dotato di una saracinesca che si apre spingendo un grosso pulsante, in un luogo appartato.

Il progetto "Ninna ho" voluto dalla Fondazione Rava costerà un milione di euro e prevede la realizzazione completa di questa struttura in cinque ospedali in Italia. Dopo il primo a Napoli, Varese inaugura per seconda la sua "ruota degli esposti" : « Speriamo non debba mai servire – ha dichiarato il professor Massimo Agosti, primario di terapia intensiva neonatale – Oggi la legge assicura l’anonimato a tutte le donne che vengono in reparto a partorire e decidano di abbandonare il bimbo. C’è, però, ancora troppa ignoranza, troppa paura. Questa vuole essere l’ulteriore alternativa al gesto disperato».

All’inaugurazione della culla termica, collegata attraverso un sistema di video sorveglianza con il reparto di terapia intensiva, c’erano il direttore generale dell’azienda ospedaliera Walter Bergamaschi, il direttore del dipartimento materno infantile professor Francesco Bolis, il primario di ostetricia e ginecologia Roberto Puricelli e, in rappresentanza delle istituzioni, il sindaco Attilio Fontana accompagnato dall’assessore Patrizia Tomassini e Ivan Spertini di Kpmg. La nota società di servizi curerà la promozione dell’iniziativa con opuscoli informativi in diverse lingue.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Dicembre 2008
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