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Ecco chi era Edgardo Sogno, non facciamone un uso strumentale

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25 Ottobre 2004

Egregio Direttore,

la doverosa premessa è che ritengo assolutamente indegno l’uso strumentale della memoria di Edgardo Sogno da parte dell’Amministrazione comunale di Varese.
E mi senbra gravissimo il fatto che vengano addirittura consegnati volantini politici ai bambini delle scuole elementari.
Ritengo però che la giusta indignazione per questi fatti non debba fare da velo ad una corretta analisi storica che approfondisca i diversi aspetti di questo controverso personaggio. A questo proposito riprendo il ritratto di Edgardo Sogno che compare sul portale internet dell’ANPI di ROMA e che è a disposizione di tutti:

Edgardo Sogno

Nato a Torino il 29 dicembre del 1915 da famiglia nobile (era conte). Conseguita la maturità nel 1933, frequentò la Scuola Allievi Ufficiali di Pinerolo e fu nominato sottotenente nel Reggimento “Nizza Cavalleria”. Dopo la laurea in giurisprudenza e il concorso diplomatico artecipò alla guerra di Spagna come volontario sul fronte nazionalista e franchista (agosto 1938). Successivamente conseguì altre due lauree, si trasferì a Roma ed entrò (1940) al Ministero degli Esteri. Nella capitale frequentò gli ambienti dell’antifascismo clandestino, i circoli liberali vicini a Croce e conobbe Giaime Pintor. Nel 1942, richiamato alle armi, venne destinato alle forze di occupazione e difesa costiera in Francia. Nel maggio del 1943 fu arrestato per alto tradimento, essendosi espresso pubblicamente a favore della vittoria alleata. Monarchico, dopo l’8 settembre prese parte alla Resistenza armata dapprima come rappresentante del partito liberale nel
comitato militare piemontese, poi alla guida dei partigiani bianchi dell’Organizzazione Franchi da lui stesso creata in accordo con la Special Force britannica e infine come membro del comando militare generale del CLNAI in rappresentanza del Partito Liberale. Gli inglesi erano i suoi referenti immediati, attraverso Radio Londra; la sua formazione armata venne aiutata con numerosi e ricchi lanci di armi e materiali. Coraggioso fino al limite estremo dell’incoscienza, si cimentò anche in imprese impossibili,
come la liberazione di Ferruccio Parri a Milano. Con Parri, Pajetta e Pizzoni costituì la delegazione del CLNAI che concluse con il comando alleato gli accordi di Roma per la collaborazione politico militare (novembre 1944). Per il suo valore, venne insignito della medaglia d’oro al valor militare. Dopo la fine della guerra fondò e diresse (1945-46) il quotidiano milanese “Corriere Lombardo”, la rivista “Costume” e fu eletto membro della Consulta Nazionale in rappresentanza del partito liberale. In occasione del referendum istituzionale partecipò attivamente alla campagna elettorale in favore della monarchia, presentando poi uno dei ricorsi alla Cassazione contro l’esito del voto. Dal 1946 al 1954 fu in servizio
diplomatico a Buenos Aires, a Parigi, a Londra (membro italiano del “Planning and Coordination Group” della Nato) e nuovamente a Parigi, al Nato Defense College. Figura controversa, nel 1953 s’impegnò a organizzare la sezione italiana del movimento anticomunista transnazionale Paix et Liberté. Successivamente passò alcuni anni fuori dall’Italia come diplomatico in Usa e in Birmania. Rientrato in Italia fondò nel 1971 i Comitati di Resistenza
Democratica in funzione anticomunista. Nel 1974, a Torino, il giudice istruttore Luciano Violante aprì un’inchiesta su un presunto tentativo di «golpe bianco» compiuto da Sogno e da Randolfo Pacciardi che lo fece finire in carcere per un mese e mezzo; ma nel 1978 il giudice istruttore dichiarò
di non doversi procedere. Nel ’96 fu candidato nel collegio senatoriale di Cuneo per il Polo, nelle file di Alleanza Nazionale, ma non fu eletto. E’ morto a Torino il 5 agosto del 2000.

Ben venga quindi la proposta di un dibattito storico e politico alto, non inutilmente polemico e fazioso, che serva ad approfondire le luci e le ombre di questo personaggio che – come Randolfo Pacciardi suo nemico nella guerra di Spagna – ha comunque molto dato alla causa dell’antifascismo e della resistenza.

Un cordiale saluto

Angelo Bruno Protasoni

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