Emergenza sanità in Lombardia, ignorata la voce dei cittadini

17 Giugno 2025
Buongiorno direttore
scrivo questa lettera non per sfogarmi sui social, ma per denunciare un problema che ritengo di fondamentale importanza e che sta sfuggendo al controllo: lo stato della sanità pubblica in Lombardia. So che molti cittadini condividono la mia frustrazione, lamentandosi al bar o tra amici, ma credo sia il momento di far sentire la nostra voce attraverso un mezzo più incisivo, come un giornale, nella speranza che possa stimolare una riflessione più ampia tra gli utenti e le istituzioni.
Sono un lavoratore e, come molti, pago già un carico fiscale significativo per servizi che la Regione Lombardia sembra non essere più in grado di garantire. Un esempio lampante è la difficoltà di accedere a una semplice ecografia. Nonostante vi sia una priorità, i tempi di attesa superano i 60 giorni. Ho contattato il numero verde di Regione Lombardia e mi sono sentito preso in giro: l’intera provincia di Como non ha disponibilità di agende. Mi chiedo, perché le strutture della provincia non rendono disponibili le agende?
Paradossalmente, in provincia di Varese, un centro convenzionato offre disponibilità immediata (2/3 gg) se si paga privatamente, ma con il Servizio Sanitario Nazionale gli appuntamenti si spostano a 6-7 mesi. Se con le mie tasse gli ospedali acquistano ecografi e altre strumentazioni, perché non posso usufruirne in tempi dignitosi? E i centri convenzionati, che riceveranno sicuramente delle sovvenzioni regionali, perché offrono un’ampia disponibilità a pagamento e tempi così lunghi per chi accede tramite il SSN?
Leggo spesso sul vostro giornale di giornate da “bollino rosso” per gli accessi al Pronto Soccorso, e temo che la situazione sia destinata a peggiorare. È un cane che si morde la coda. La beffa più grande arriva quando si scopre che, pagando un primario 300 euro per una visita privata, tutte le strade si aprono e l’accesso agli esami diventa improvvisamente molto più rapido.
Nessuno esegue esami medici per capriccio o divertimento. Invito tutti, dalle istituzioni ai cittadini, a una profonda riflessione su questa deriva della nostra sanità pubblica.
Cordiali saluti
Carlo
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