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Gorbaciov cercasi

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2 Ottobre 2022

Egr. Direttore,

“IO SPERO” è un libro scritto da Raissa Gorbaciova tra la fine del 1990 e l’aprile del 1991, un libro di ricordi e riflessioni. Non é una vera biografia della moglie del padre della “Perestroika” ma è un tentativo fatto all’ultimo momento per salvare il salvabile di fronte alla crisi che si faceva imminente. Infatti il libro esce alla fine di settembre del 1991 ma a dicembre, avviene il crollo della Unione Sovietica, per mano non solo per i nemici della Perestroika ma anche e sopratutto da parte dei golpisti, traditori della patria, coloro che vedevano perduti in questo processo di rinnovamento, tutti i privilegi che avevano accumulato nella sporcizia della corruzione in cui viveva il sistema sovietico. Nella prefazione del suo libro Raissa scrive: “Ho deciso di infrangere questa specie di voto del silenzio per non intromettermi nelle scelte coraggiose di mio marito. Mi ha indotta a questo passo, la logica della vita e poi gli incontri e i contatti che ho avuto con la gente e anche il vivo, genuino e vorrei dire, gradito interessamento per i nostri problemi.”

Scrivo questo commento, perché credo che questo libro possa essere di grande attualità rispetto alla guerra in corso tra la NATO e la Russia nel territorio dell’Ucraina. Già il titolo riprende la prima delle virtù teologali su cui si base la fede di tutti cristiani, forse la più importante: “La Speranza” la speranza nel bene, nella pace, nella libertà, nella giustizia e per il credente la speranza del paradiso. E’ quindi un libro carico si speranza ma al tempo stesso accompagnato da una profonda tristezza. Raissa percepisce che quel coraggioso rinnovamento portato avanti da suo marito, potrebbe infrangersi. Già nelle prime pagine del libro scrive: “Dopo aver accompagnato il Presidente (Gorbaciov) in diversi viaggi in patria e all’estero, la cosa più importante che ho individuato nel mare delle emozioni umane è la nuova fede nella possibilità di vivere senza guerra. Gli anni della perestroika ci hanno dato molto, e al tempo stesso pochissimo. Adesso è dura per il nostro paese, molto dura. Ci sono problemi che si sono accumulati per decenni, forse per secoli. La difficoltà di trovare nuove vie. La carenza di beni di consumo. E un’altra cosa molto importante: per dirla con Dostoevskij, nei periodi più torbidi e di cambiamento, esce la sporcizia, da tutti le parti”.
La corruzione che regnava sovrana in quel regime ha fatto naufragare il processo di rinnovamento. E’ un passo, quello che ho citato, che ho riletto parecchie volte, con una grande emozione, quando penso che nel 1990 siamo stati sulla soglia della possibilità di vivere senza guerra. E noi non lo abbiamo capito. Questo non é avvenuto perché tutto l’Occidente, America e Europa compresa, non hanno mai pensato alla pace ma alla vittoria, la stessa logica che sottende l’attuale guerra in Ucraina.

Se allora é stata la perestroika a fallire, oggi il baratro che sembra attenderci é l’utilizzo per seconda volta della storia, della bomba atomica. Ma se la perestroika é fallita é anche colpa nostra, della miopia occidentale, nel voler fare del mercato, il nostro vitello d’oro, dove la competizione, ieri come oggi, ha il primato su tutto. Non la fratellanza, la cooperazione, il perdono quando serve, ma quello di fomentare l’odio tra le diverse etnie, che poi partorisce la guerra. Se una constatazione occorre avere il coraggio di fare é che Putin é figlio dell’odio verso la Russia, una vera russofobia, portate avanti in questi anni da tutto l’occidente che a parole afferma di difendere i diritti umani, ma che in pratica fa il contrario, ossessionati come siamo per il primato della produzione e il commercio degli armamenti, da difendere sempre.

Gorbaciov mise definitivamente in soffitta lo stalinismo quarant’anni dopo la sua morte. Dobbiamo forse aspettare che in Russia passino ancora 40 anni prima che arrivi un nuovo Gorbaciov? Oppure si potrà percorre una scorciatoia che sia chiama Bomba Atomica, a quanto pare caldeggiata da tutti nella logica della competizione e della vittoria, non della fratellanza.

Comunque il libro di Raissa Gorbaciova è da leggere con tanta passione, ma anche con tanta tristezza nella attesa dell’evento che, governanti cechi, possano chiudere per sempre la storia della nostra umanità. Scusate il pessimismo contrario a quella speranza che nutriva Raissa Gorbaciova.

Emilio Vanoni Induno Olona 1° ottobre 2022

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