Il bisogno e la paura, le due facce di una stessa medaglia
17 Ottobre 2009
Caro direttore,
un lettore si domanda giustamente perchè la maggior parte degli italiani non riesce ad avere uno scatto di dignità di fronte a fatti a dir poco inquietanti.
Perchè, per dirla con le parole di De Andrè, ci prendono per fame.
Il potere usa due armi micidiali per controllare il popolo: il bisogno e la paura, le due facce di una stessa medaglia.
La parola sicurezza è diventata il tappeto sotto il quale nascondere ogni sporcizia; in nome della sicurezza si alimentano odii e discriminazioni e quello che è ancor più ripugnante è il fatto che il nemico lo crea il potere stesso a suo uso e consumo, quando e come gli serve.
La paura si dilata, si teme di perdere il lavoro, di non arrivare a fine mese, di non farcela a pagare il mutuo e poi le tasse, il costo della vita, gli studi dei figli, quello per la salute, spese necessarie, che non si possono evitare.
Come si fa ad avere uno scatto di orgoglio e dignità quando si vive nella precarietà? Quando non si è nelle condizioni di progettare la propria esistenza?
Quante volte sentiamo dire – la politica non mi interessa- come se la politica fosse un affare per pochi privilegiati, arroccati sul monte Olimpo, estranei alla nostra quotidianità?
Come fai ad avere la forza di ribellarti se ti chiudono i cancelli in faccia e ti sbattono sulla strada senza più lavoro e una famiglia da mantenere?
Quando hai cinquanta, sessant’anni e nessuno ti assume e a poco a poco tu stesso diventi nessuno?
Per ribellarsi, per assurdo che sia, occorre avere tempo per pensare, capire; oggi siamo imbesuiti da gentaglia che pronuncia parole prive di senso, che prova a plagiarci con il ricatto strisciante.
Ve lo ricordate, tanto per fare un esempio, il tormentone di anni fa intorno a Rete 4? Non si poteva mandare sul satellite perchè si sarebbero persi posti di lavoro; e come facevi a non stare dalla parte dei lavoratori? Così stavi anche dalla parte di chi non rispettava la legge, ma non è facile difendere un principio quando in ballo c’è la sopravvivenza, solo pochi fortunati possono permettersi il lusso degli ideali.
Eppure bisognerebbe resistere, cercare la verità, rendersi conto che da soli non ce la facciamo, che occorre una sinergia di forze, che "loro" non sono più forti di noi, sono solo più arroganti.
Occorre pensare al plurale, dire "noi" invece di "io", fare in modo che la battaglia di pochi diventi quella di tutti perchè senza giustizia, senza diritti, senza verità non c’è nemmeno libertà e democrazia è solo una parola senza significato.
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