Insegnare la religione a scuola è giusto?
8 Dicembre 2014
Egregio Direttore,
nel foglio domenicale delle Parrocchie di Induno Olona è riportata oggi l’intervista che Massimo Cacciari ha rilasciato alcuni giorni fa su “Avvenire” sul tema dell’insegnamento della religione delle scuole pubbliche dell’obbligo. In estrema sintesi Cacciari sposa la tesi che l’insegnamento della religione a scuola dovrebbe essere obbligatorio, con particolare riguardo all’insegnamento delle religione cristiana perché è quella che fa parte della nostra tradizione, così come si insegna la storia e la letteratura italiana e non quella del mondo intero. Cacciari è noto, passa per essere un intellettuale laico molto attento ai temi della religione e con una amicizia epistolare consolidata e ricambiata con lo scomparso Carlo Maria Martini.
Con questa sua presa di posizione certamente Cacciari ha ragione, andando a rimediare a quell’errore commesso anche dalla Chiesa cattolica con il Concordato del 1984 con Craxi, quando sanzionò facoltativo l’insegnamento della religione sulla base delle scelte delle singole famiglie, come se si potesse far scegliere alle famiglie l’insegnamento della letteratura italiana, della storia o della matematica. Cacciari fa anche una ulteriore, presa di posizione: boccia l’ipotesi dell’insegnamento della storia delle religioni come strumento per mettere tutti d’accordo, che sarebbe l’alibi per non studiare niente, anche se poi precisa che è “Giusto conoscere cosa dicono le grandi tradizioni monoteistiche” In pratica – e qui forse ha ragione – propone la tesi di un insegnamento della religione non confessionale ma laico, cioè rendere lo studio delle Bibbia del Vangelo al pari di come si studia Dante e la sua Divina Commedia o il Manzoni con I Promessi Sposi, con insegnanti laici ma ovviamente in possesso di una laurea di teologia, che animati da una passione vera per la materia, non sarebbero da meno degli insegnanti confessionali.
Personalmente è certamente una tesi che è possibile sostenere perché in caso contrario si sposerebbe la tesi dell’ignoranza di massa su di un tema così importante. L’unica avvertenza è questa: l’introduzione dell’insegnamento obbligatorio delle religione, che diventerebbe lo studio della Bibbia e del Vangelo, non deve diventare motivo di scontro con fedi diverse con la cultura cattolica e cristiana. Prevedendo a mio parere, almeno a livello universitario senza escludere le Scuole Medie Superiori, l’introduzione dello studio della storia delle religioni e di tutte le religioni. Prima poi dovremmo avere il coraggio di far conoscere a tutti i giovani, quanto orrori sono stati compiuti dagli uomini in nome di Dio, per riaffermare le parole dei nostri ultimi pontefici “Mai più guerre in nome di Dio”. E questo bagno di verità può solo fare del bene sia alla chiesa e sia alla società in cui viviamo.
Tutto giusto nella proposta di Cacciari? Rimane una piccola riserva: delegando alla scuola o alla parrocchia l’insegnamento della religione, si rischia di far passare in secondo piano il ruolo dei genitori e della famiglia in questa materia, quando invece si dovrebbe leggere una pagina del Vangelo tutte le sere durante la cena in famiglia, perché sono le nostre famiglie che hanno il compito primario dell’educazione, prima della scuola e prima della parrocchia. Questo sia per colmare l’ignoranza che c’è su questa materia nelle nostre comunità e sia evitare di illudersi che basta andare in chiesa per sentirsi cristiani, se poi non siamo capaci di amare quelli che sono diversi da noi o avere una diffidenza nei confronti di coloro che vengono da paesi lontani, dimenticandoci che sono tutti nostri fratelli.
Un ultima considerazione sulla odierna festività della Festa dell’Immacolata. Chi scrive è convinto che Bibbia e Vangelo vanno letti ed interpretati nel loro insieme, evitando una lettura letterale dei singoli episodi in esso narrati. Sulla verginità di Maria e sulla sua nascita senza peccato ho un mia personale concezione, che nulla toglie alla mia fede, ma anzi la rafforza. Ai tempi della nascita di Gesù, la Palestina era sotto una occupazione straniera, l’impero Romano. Ieri, come anche purtroppo oggi, più della metà delle giovani donne subivano la violenza da militari senza scrupoli. Per queste ragioni, penso a Maria, come ad una ragazza madre che nella sua condizione di essere stata violentata ha dato al mondo il FIGLIO DI DIO. Avremmo evitato per duemila anni di considerare, questa cosa si blasfema, di bollare questi bambini come figli del peccato ma riconoscere in tutti i bambini che nascono, il più grande dono che Dio ha fatto agli uomini, risparmiando alla Chiesa il ruolo di peccatrice della storia e facendo della Madonna la protettrice delle Ragazze Madri. Ma questo è un altro discorso che non c’entra con il primo argomento.
Emilio Vanoni Induno
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