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Largo Sogno, bisogna tornare a studiare la storia

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25 Ottobre 2004

Caro Direttore
Scrivo in merito alla scandalosa vicenda dell’intitolazione a Edgardo Sogno di un largo cittadino. Forse siamo in pochi a ritenerla scandalosa visto che, a parte le iniziative di Zappoli, Rifondazione Comunista, Varese Social Forum e le associazioni degli ex partigiani, non mi sembra di aver visto reazioni dei rappresentanti varesini dei partiti che si presume si riconoscano ancora nei valori della democrazia e della Costituzione repubblicana. Sono rimasta senza parole poi quando ho trovato nello zaino di mia figlia, che frequenta la 2° elementare in una scuola statale di Varese, il volantino in formato A3 piegato e stampato su carta patinata dalla Circoscrizione 1 che propaganda l’intitolazione di un largo cittadino a Sogno. Ho letto il testo di Egidio Sterpa che vi è contenuto, pura operazione di revisionismo storico, e dei 2 rappresentanti del Circolo Cavour che cercano di “giustificare” questa intitolazione con i legami di Sogno con Varese. Si tratta a mio giudizio di un’iniziativa di propaganda ideologica per mezzo delle istituzioni pubbliche sulla quale non può cadere il silenzio, appena rotto dalla opportuna interrogazione di Zappoli in consiglio comunale. L’intitolazione del largo a Sogno è un fatto grave che consegna questa città alla vergogna dell’esaltazione di chi si è fatto portatore di iniziative antidemocratiche e che ha cercato cancellare la Costituzione di questa Repubblica che – è sempre il caso di scriverlo – è nata dalla lotta di liberazione dal fascismo. Utilizzare le scuole per propagandarne la figura ed i valori (“Questo amici, è l’uomo al cui ricordo è giusto inchinarsi. Ce ne fossero in questa stagione tormentata e difficile del nostro Paese!”) ci dovrebbe far riflettere sul clima che si respira in questa città e, a mio giudizio, non può rimanere senza conseguenze.
Domando: chi ci sta ad organizzare dei momenti pubblici in cui si faccia un sano ripasso della storia a beneficio della cittadinanza varesina?

Michela Barzi

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