Martin Schulz, a Marzabotto: “Crudeltà inimmaginabile”
27 Febbraio 2012
“Non ci fu mai un tempo più pesante del nostro, ma noi non abbiamo lasciato morire l’umano nell’uomo.” Vasilij Grossman, ‘La Madonna Sistina.’
Gentile Direttore,
“Sono qui” – ha detto Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo – “sconvolto e confuso per la brutalità dei tedeschi” per ricordare queste vittime e il loro dolore incommensurabile, la loro sofferenza che va al di là della nostra immaginazione ma anche per incontrare tutti voi che avete tenuto vivo il ricordo di queste vittime”. E, rivolgendosi al sindaco di Marzabotto, Romano Franchi, uno dei sopravvissuti della strage, Francesco Pirini, che perse 14 familiari, alle Autorità e ad una scolaresca presente alla cerimonia, ha definito inimmaginabile “la crudeltà di quell’evento”, nel quale una divisione nazista ha assassinato crudelmente 800 persone tra donne, bambini e anziani. Schulz, che ha parlato sia in tedesco sia in italiano, ha detto nel passaggio più commosso del discorso che ha tenuto il 25 febbraio scorso in Comune a Marzabotto (Bologna), “Non sono qui solo come Presidente del Parlamento europeo ma anche come tedesco”. Ed ha voluto portare parole di riconciliazione. “I tedeschi di oggi – ha detto Martin Schulz – non hanno una colpa personale in questi crimini, ma una grande responsabilità, quella di tenere viva la memoria e che questi crimini commessi dalla mia nazione non vengano mai dimenticati”.
I lettori di Varesenews che seguono da tempo le cronache politiche sanno che stiamo parlando di quello stesso Schulz che si beccò l’epiteto di Kapò da Berlusconi, durante una visita al Parlamento Europeo. Nel luglio 2003 è proprio il duro scontro con l’allora capo del governo italiano a far uscire dall’anonimato il socialdemocratico tedesco, eletto in seguito a Strasburgo Presidente del Parlamento.
Il Cavaliere infatti, interrogato da Schulz circa aspetti poco chiari della sua politica governativa, replicò piccato al socialdemocratico Schulz: “So” – ha detto Berlusconi – “che in Italia stanno girando un film sui lager nazisti. La proporrò per il ruolo di Kapò in un campo di concentramento.”
Schulz, replicando disse: “Il rispetto delle vittime del fascismo e del nazismo mi impediscono di commentare le sue parole. Mi chiedo se chi è capace di dire certe cose, può essere in grado di svolgere una funzione pubblica”. Quanta miseria morale c’era in questa vergognosa caduta di stile! E quanta dignità nella risposta di Schulz! La differenza è palpabile e dimostra, se ancora ve ne fosse bisogno, il differente approccio di fronte alla tragedia dell’Olocausto di un italiano, chiamiamolo così, e di un Tedesco. Questi ricordi sono riaffiorati in me nell’anniversario della Strage di Marzabotto e nel recente proscioglimento di Silvio Berlusconi dall´accusa di corruzione nel caso Mills, per prescrizione del reato. La vicenda ha sollevato inevitabilmente delle polemiche e un sottile senso di inquietudine. Non solo perché, dice Ilvo Diamanti “ in questo modo, il Cavaliere è riuscito a sottrarsi, di nuovo, al giudizio. Ma soprattutto perché ha rammentato a tutti che Berlusconi non se n´è andato, ma è sempre lì. Anzi, qui. Con gli stessi vizi di sempre . Da ciò l´altro motivo di preoccupazione (o, per alcuni, di speranza). Potrebbe rientrare in scena.” Ma il ritorno di Berlusconi è improbabile soprattutto perché è cambiato il clima d´opinione. Quella stagione è finita. Il berlusconismo, per fortuna signor direttore, è fuori moda, inattuale e questo grazie ai 100 giorni dell’esecutivo Monti.
Cordialità
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