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Ritorno al futuro?

polizia di stato
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2 Marzo 2018

Egregio Direttore,
in questi giorni frenetici è un continuo rincorrersi, sui media, di chiari riferimenti al fascismo ed all’esigenza di una vigorosa opposizione.- Ma di cosa stiamo parlando? Se con ciò si fa accenno ad un ns. tragico, vecchio periodo storico ben venga la sua condanna, per quanto sempre utile, in tal caso, sarebbe la contestuale menzione a ciò che di non meno doloroso avvenne, neppur lontano da noi, sui campi di segno opposto: tanto senza alcun intento polemico ma unicamente per rispetto della “par condicio”.- Qualora invece si voglia usare il termine per identificare gli sforzi da parte dello Stato per meglio tutelare la sicurezza personale dei propri cittadini i quali, sempre più impunemente e sfacciatamente violati, ne reclamano a gran voce il ripristino, l’abbinamento mi sembra del tutto pretestuoso.- Ma come, nessuno recrimina più di tanto per il nostro reiterato e gravoso impegno militare (pur con fini di pace) in una serie di lontanissimi Paesi a beneficio di quelle popolazioni, e poi si grida allo scandalo perchè le nostre forze dell’ordine attuano in patria una seppur minima autodifesa di fronte a sassaiole, bombe-carta e quant’altro, con l’unico scopo di difendere gli inermi passanti? Forse che diversi recenti episodi, non da ultimo il pubblico assalto nel palermitano quartiere Zen ad un cronista che cercava di documentare l’illegalità dilagante non sono episodi di guerriglia? Quando si inizierà a prenderne atto? Cosa dovrebbe succedere ancora per intervenire in materia con una legislazione più appropriata? Qui non si tratta di rosse e/o nere nostalgie del passato, qui abbiamo da un lato la popolazione, che ha il sacrosanto diritto di pretendere incolumità rispetto e sicurezza comunque, in casa propria o dovunque si trovi, e dall’altro tutti coloro che per mille e una ragione questa prerogativa intendono vanificare.- Ma la libertà di ciascuno non finisce forse dove inizia quella altrui? Sinceramente non capisco nè i fiumi di parole sprecati a tutti i livelli per un’esigenza (quella dell’ordine pubblico) di un’ovvietà così disarmante ed elementare, nè tantomeno come quest’ultima possa quindi essere oggetto di opposte ed un pò faziose interpretazioni.-

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