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Se Trenitalia piange, le Ferrovie Nord non ridono

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23 Dicembre 2004

Caro Direttore,
nelle ultime settimane ho seguito con attenzione i vostri articoli sulle disavventure dei pendolari che viaggiano sulla linea Varese-Milano di Trenitalia.
Per quanto mi riguarda, viaggio invece tutti i giorni sui treni delle Ferrovie Nord Milano e non posso certo gioire per la situazione. I disagi sono infatti molteplici, e ad una situazione non facile si è aggiunta quella creata dall’entrata in vigore del nuovo orario ferroviario lo scorso 12 dicembre.
“Grazie all’azione di governance della Regione Lombardia” – così recita l’editoriale di Formigoni sul giornalino delle FNM – sono state avviate le linee suburbane “S”, ma l’unico risultato avvertito finora dai pendolari è stato l’incremento e l’intensificarsi dei ritardi, che ormai rappresentano la normalità e costringono numerosi utenti ad anticipare l’orario di partenza, perché gli impegni lavorativi piuttosto che i corsi universitari non possono evidentemente tenere conto dei ritardi dei treni.
Fa specie che le FNM, a fronte di questa situazione e del conseguente malumore dei pendolari, si ostinino a propagandare degli “indici di affidabilità” secondo i quali tutto funzionerebbe alla perfezione (2,81% di ritardi significativi nel mese di ottobre).
Vogliamo poi parlare delle condizioni nelle quali i pendolari sono costretti a viaggiare?
I treni che partono da Varese per Milano negli orari di punta vengono presi d’assalto e diventa un’impresa sedersi (per un viaggio, al netto degli imprevisti, di 59 minuti), a volte senza lo spazio minimo dove appoggiare la borsa ed il cappotto e spesso con una climatizzazione priva di ogni forma di regolazione (i controllori spesso non si vedono neanche nelle carrozze), che costringe a sopportare temperature sahariane anche d’inverno.
Le carrozze sono sempre le stesse (i moderni TAF sono preclusi ai pendolari che viaggiano negli orari di punta): nei giorni scorsi sono stato incuriosito da un treno del quale i primi vagoni erano di colore blu, in quanto si trattava di carrozze d’epoca ridipinte in occasione del 125° anniversario delle FNM, mentre la seconda metà del treno (assolutamente identica alla prima) era dipinta con i colori tradizionali.
Volendo aggiungere il danno alla beffa, a fronte dei disservizi e dei disagi che ho elencato, il costo del servizio è salito del 25% dal 2002 ad oggi (l’abbonamento mensile Varese-Milano è passato da 50,10 a 63 €), per cui viene spontaneo domandarsi che fine abbiano fatto tutti questi soldi.
Cosa possono fare i pendolari per reagire a questa situazione?
Bisogna a mio avviso rendere visibili questi fantomatici comitati di cui si sente parlare, trovando la forma per organizzare una protesta che riesca a far assumere dalle FNM dei provvedimenti in grado di garantire un miglioramento concreto del servizio.
Occorre poi monitorare autonomamente l’orario di partenza dei treni dalle varie stazioni, al fine di verificare l’indice di affidabilità pubblicizzato dalle FNM contestando comunque (magari con l’aiuto delle associazioni dei consumatori) i ritardi che si verificano costantemente su alcune corse.
Accingendomi a scendere da un treno che entra in stazione con 12 minuti di ritardo (che di sera sono particolarmente antipatici), invio a lei ed alla redazione di Varesenews i migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo (magari anche puntuale).

Natalino Bianchi

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