Trasferimenti di reparti tra Busto e Gallarate. “Solo ulteriori disagi”

Urologia e otorino concentrate a Busto, la neurologia al Sant'Antonio Abate. Il Comitato per il diritto alla Salute critica la scelta e l'ipotesi di una chiusura di alcuni laboratori

ospedale di gallarate

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Comitato per il diritto alla Salute del Varesotto sugli accorpamenti e trasferimenti di reparti tra i due ospedali di Busto e Gallarate, entrati dallo scorso anno nella stessa Asst.

 

I primi passi per la chiusura degli ospedali di Gallarate e Busto Arsizio vengono silenziosamente compiuti.
I trasferimenti dei reparti di urologia e otorino da Gallarate a Busto Arsizio e della neurologia da Busto a Gallarate non hanno portato una migliore efficacia, come promesso, ma ulteriori disagi ai pazienti.
Non solo è venuta meno la continuità dei medici nella cura dei pazienti prima garantita, non solo strumenti all’avanguardia comprati con soldi pubblici dell’urologia di Gallarate restano inutilmente ad impolverarsi, ma sono aumentate le liste di attesa e diminuita l’operatività.

Per fare un esempio, per un’operazione di urologia i tempi di attesa sono passati da 6 a 14 mesi. Oltre un anno di attesa. Magnifica davvero questa efficienza della sanità lombarda. I posti letto, con l’accorpamento a Busto Arsizio, sono stati quasi dimezzati e di conseguenza è diminuito il numero delle operazioni.
Sorte non diversa per chi ha necessità di un ricovero per gli altri reparti accorpati.
A ciò si aggiunge l’ipotesi di chiusura di alcuni laboratori e la preannunciata volontà di lasciare a Gallarate solo la possibilità di donare il sangue, mentre non sarà più possibile effettuare nel nosocomio gallaratese le trasfusioni.

Ecco dunque che i sostenitori dell’ospedale unico procedono, creando disagi ai cittadini e ai lavoratori. Che l’obiettivo sia indurre gli stessi a dire che siccome non funziona più niente, tanto vale chiuderli, è palese.

Peccato che l’eventuale ospedale unico, se probabilmente porterà beneficio a qualche costruttore, ridurrà ulteriormente i posti letto con conseguente incremento dei tempi di attesa. Tanto più che mentre si tenta di accorpare gli ospedali più grandi e di chiudere quelli più piccoli, non si interviene a rafforzare i servizi sanitari territoriali di prevenzione e riabilitazione, ormai ridotti all’osso.
Obbligando chi è malato a rivolgersi al privato. Che guadagna non sulla salute, ma sulla malattia.

Comitato per il diritto alla Salute del Varesotto

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Febbraio 2017
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