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In ricordo di un amico: Lele Galante

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13 Luglio 2018

Mercoledì 11 luglio è una data davvero brutta per tutta la comunità luinese e non solo.

Infatti, ha terminato il suo percorso terreno Gabriele Galante, che per noi amici era semplicemente Lele.

Conobbi Lele circa vent’anni fa quando frequentavo il Liceo “Sereni” di Luino e veniva, insieme ad altri imprenditori del territorio, a incontrare noi studenti per parlarci d’impresa.

In quegli anni fondò IT (Imprese per il territorio), insieme ad altri illuminati imprenditori del luinese.

Lele aveva ereditato l’impresa di famiglia dal padre e l’aveva fatta diventare un vero punto di riferimento a livello internazionale nel campo della fonderia: la IMF, infatti, sua creatura, era proprio questo, un’azienda glocal, con piedi ben piantati a luino ma con braccia in diverse parti del mondo.

Lele era un imprenditore davvero illuminato, e vedeva i suoi numerosi dipendenti come una grande famiglia, la “sua” famiglia. In una mia lettera che il vostro giornale pubblicò tre anni fa, lo paragonai, con affetto, a certi tratti di Lorenzo il Magnifico per un verso e al “cumenda” Guido Borghi (patron di Ignis) per un altro.

Galante non si limitava alla vita aziendale, e infatti aveva una particolare predilezione per la cultura.

Insieme a suoi cari amici come Roberto Radice, Franco Ronchi e altri fondò nei primi anni duemila il Centro Culturale Frontiera.

Tale centro fece arrivare, grazie ai contatti di Lele e alla sua grande generosità, decine di relatori di livello: come dimenticare le lezioni di Cacciari (che era di casa), Vattimo, Parsi, Vito Mancuso e tanti altri, che permettevano a noi luinesi di imparare sempre cose nuove.

Galante aveva anche a cuore la creazione di una classe politica preparata e, infatti, fu promotore di due scuole di formazione politica molto frequentate, a cui anch’io ebbi l’onore di partecipare.

E proprio durante una gita prevista alla fine di una di queste scuole parlai a lungo con Gabriele di politica, economia e tanto altro e fu per me occasione di crescita personale.

Lele era un autentico liberale, nel doppio senso di persona generosa e di uomo dalle idee laiche, aperte e rispettose di tutti.

Non aveva paura di confrontarsi con nessuno, e permetteva a ogni interlocutore di crescere con lui.

Ho avuto la fortuna di frequentarlo e di essergli amico, e ogni volta, a ogni occasione, era davvero bello e arricchente stare in sua compagnia.

Le figlie Francesca ed Elisabetta, la moglie, i suoi nipoti, la sua carissima Carla, sono stati davvero fortunati ad averlo come padre, marito, nonno e maestro.

Sicuramente la fine della “sua” IMF lo ha davvero colpito, quella era la sua vita e vederla morire, per un uomo sensibile e attaccato ai valori del lavoro come lui, non è stato sicuramente facile.

Caro Lele, in tanti avremo un bel ricordo di te: ti chiedo dal Cielo di vegliare su di me, sulla tua amata Luino e sui tantissimi che ti hanno amato e voluto. 

Io di sicuro non ti dimenticherò mai.

Alessandro Franzetti

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