Festival del Ticino: quest’anno anche “produttore”
Al via la quinta edizione del Festival del Ticino. Fra le novità quelle artistiche che vedono il festival produttore di due spettacoli e l’adesione del comune di Casorate Sempione
Si aprirà il ventidue aprile il Festival del Ticino, la proposta culturale e artistica che per il quinto anno consecutivo porta nei comuni di Vergiate, Somma Lombardo, Sesto Calende, Arsago Seprio e ultimo arrivato il comune di Casorate Sempione, "musica, teatro, sperimentazione e ricerca", come recita il cartellone. E necessario sottotitolo, senza il quale risulterebbe impossibile comprendere la sfida culturale originata dal comune di Vergiate nel 1997. Il programma della manifestazione, che si svolgerà sino al 10 giugno, è stato presentato questa mattina, presso la sala consiliare dell’ente organizzatore, Vergiate, alla presenza del sindaco Giovanni Taras, degli assessori alla cultura Miranda Baratelli Ostini, Angelo Maraschiello di Somma Lombardo, Daniele Colombo di Sesto Calende, Marco Cattoretti di Casorate Sempione. E ovviamente del direttore artistico Fabio Soragna.
Un programma originale, che annovera nel suo calendario, ventitre spettacoli e undici repliche. Che porta nei comuni del Parco del Ticino artisti di fama internazionale e presenta per la prima volta due spettacoli di cui è produttore lo stesso festival. Soddisfatto lo storico direttore artistico della rassegna, che in questa edizione ha prestato molto interesse anche a culture lontane. Spiccano infatti gli appuntamenti con la musica colta dell’India del Nord, il teatro Noh giapponese e il "pow wow" degli indiani d’America, soggetto di uno spettacolo di danza contemporanea. Per arrivare alle musiche della tradizione napoletana o dialettale milanese. Un mix accattivante di culture e di forme artistiche e generi: musica classica e antica, teatro di strada, danza e cabaret. Contento Soragna, perché il festival è cresciuto e continua a crescere, per la presenza di sei volontari che si sono uniti all’organizzazione e per le due produzioni. Quasi una conseguenza naturale, per far si "che non si tratti solo di una vetrina di spettacoli- ha spiegato Soragna – come centri piccoli riusciamo a promuovere iniziative particolari, meno commerciali, perché se di fatto si guardano le grandi stagioni teatrali sono fatte per la metà da nomi di richiamo, che provengono dal piccolo schermo o dal cinema". Insomma le limitate risorse economiche portano alla ricerca? Nel caso del Festival del Ticino si è trattato sin dall’inizio di una scelta ben precisa, che ha portato a sperimentare e tentare proposte inconsuete. Intellettualistiche o elitarie per qualcuno? Forse difficile, ma che restituiscono dignità e fiducia al pubblico. "Mi sono sentito di rischiare – ha detto sul Noh giapponese Soragna – perché si tratterà di una versione di quarantacinque minuti, in cui ci saranno parti raccontate, da ascoltare e vedere, che avvicineranno il pubblico a questa proposta, e perché è importante offrire un piatto ricco e dall’altra parte avere la possibilità di assaggiare; è un passo più lungo rispetto alle passate edizioni, ma mi sono sentito in linea con ciò che voleva essere il Festival sin dall’inizio". Le due produzioni. La prima è dedicata alle composizioni di tre autori, Roberto Bacchini, Loriano Blasutta e Marco Bertona , eseguite "ex novo" da qualificati interpreti, come la soprano Cristina Rubin. La seconda é lo spettacolo teatrale "Il condannato a vita" proposto da Il carro di Tespi di Milano. Una pièce tratta dal "Re muore" di Ionesco, sulla condizione dell’uomo e dell’umanità tutta. "Un festival che ha fatto conoscere il nostro paese" ha detto il sindaco Taras. "Maturo, ma anche trasversale" ha precisato Miranda Baratelli Ostini, nel presentare un’altra novità. L’adesione di Casorate Sempione che ha chiesto autonomamente di entrare a farne parte. Adesione così motivata dal suo assessore alla cultura Marco Cattoretti. "Entrare a far parte di questa esperienza consolidata è stata sicuramente una scelta egoistica, ma per un comune che rischiava di chiudersi sempre di più nel suo guscio e di cadere in una pericolosa grettezza culturale, rappresenta una sfida e una scelta provocatoria per dimostrare che si può fare anche se non esistono gli spazi delle grandi città". Dunque spazio per la sperimentazione, per la musica, il teatro e danza, e per tutti gli appuntamenti collaterali: gli aperitivi musicali, le passeggiate e le visite guidate, le mostre e le conferenze che offriranno momenti di comprensione e approfondimento. Quest’anno ci sarà inoltre una segreteria itinerante, il cui compito sarà quello di fornire informazioni anche sulle strutture ricettive della zona. E a dimostrare l’interdisciplinarietà del festival è uno dei primi appuntamenti, il 25 aprile quando sarà inaugurata la Riserva naturale del Monte San Giacomo, la cui riqualificazione e sistemazione è stata effettuata dal Parco del Ticino. Il Programma dell’intera manifestazione, patrocinata dal Parco del Ticino e dalla Provincia, si trova anche nell’apposito sito realizzato da Varesenews |
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