«Nessun buco nel bilancio. Abbiamo solo problemi di cassa»
Il Presidente del Molina, Giovanni Zanetta, puntualizza alcune questioni inerenti la gestione dell'istituto
«Il Molina non ha nessun buco nel bilancio». Parole chiare e precise da parte del Presidente Zanetta.
Ma allora perché tanto baccano e soprattutto perché le variazioni di politica sulle rette?
«Noi abbiamo un passivo di cassa derivante dall’intervento di ristrutturazione del padiglione Molina effettuato nel 1997. Si sono spesi dieci miliardi e oggi abbiamo ancora un passivo di quattro miliardi. Questo va risanato facendo in modo che addirittura non si accentui».
Non bastava intervenire sul patrimonio?
«Questa strada la stiamo perseguendo. Abbiamo deciso di mettere all’asta lo stabile di via Bernascone il cui valore parte da 3,6 miliardi. Non possiamo però vendere tutto il patrimonio. Noi dobbiamo far fronte anche a crescenti costi, soprattutto del personale che rappresenta l’80% delle uscite. Del resto i nostri standard sanitari sono alti e non per niente siamo stati premiati con un certificato Iso».
Benissimo, ma torniamo alle rette. Perché queste novità?
«La situazione era confusa. alcuni pagavano di più altri meno. Abbiamo deciso di portare tutti allo stesso livello. Una sessantina hanno avuto una riduzione, per circa 200 pazienti invece c’è stato un aumento. Siamo consapevoli che questo procura dei disagi, ma siamo anche attenti ad esaminare situazione per situazione».
Fin qui la posizione del Presidente in carica. Sul fronte politico c’è ancora una volta la sollevazione di Rifondazione comunista che, tramite il proprio consigliere Carlo Scardeoni, chiede un consiglio comunale ad hoc. Il Molina era già stato motivo di pesanti polemiche due anni fa proprio in occasione di un aumento delle rette.
Sui recenti fatti interviene anche l’ex Presidente Maria Rosa Madera. «Il bilancio è a posto e non si capisce bene perché questa decisione di rivedere le rette che avevano una logica e non erano certo fissate a caso. Si sono penalizzati i più per avvantaggiare pochi. Il consiglio di amministrazione all’unanimità aveva analizzato le varie questioni e deciso di non procedere ad alcun aumento. Era sufficiente agire sul patrimonio».
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