Maroni incontra i Cobas nel “dopo Lozza”

Incontro tra il ministro del Welfare e i sindacati di base. Sul tavolo delle trattative l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e la questione dell’Alfa Romeo di Arese

Solo 10 giorni fa avevano bloccato la provinciale perché la polizia non permise loro di recarsi a protestare sotto l’abitazione del Ministro del Welfare, a Lozza. Ieri, finalmente, l’incontro, in una sede decisamente più appropriata: l’ufficio "distaccato" del Ministero del Lavoro di Milano, in via Gonzaga, ha difatti accolto una delegazione di sei sindacalisti aderenti al sindacato di base, Cobas e Cub.Tra i delegati erano presenti il coordinatore nazionale Slai-Cobas Renzo Canavesi e il rappresentante provinciale per Varese Antonio Ferrari. Due le questioni dibattute: l’Alfa di Arese e le scelte del Governo in materia di politiche del lavoro.

«Sulla prima questione – ha affermato Ferrari – abbiamo chiesto al Ministro una verifica sullo stato di attuazione degli accordi che la Fiat aveva sottoscritto con lo Stato per beneficiare dei finanziamenti in materia di "auto ecologica" e "auto elettrica", che avrebbero comportato la protezione dei posti di lavoro del comparto auto dello stabilimento dell’Alfa di Arese. Secondo noi questi accordi non sono stati rispettati dalla Fiat e ora a farne le spese sono i 1200 operai in cassa integrazione su 2.300 del comparto auto FIAT».

Il Ministro ha ascoltato le ragioni dei lavoratori assicurando da un lato il suo interessamento affinchè il marchio Alfa continui a rappresentare una produzione lombarda, e dall’altro promettendo che entro 15 giorni verrà operata una verifica circa l’esecuzione o meno degli accordi di cui la Fiat aveva preso impegno a partire dal 94’.

Più elusiva la linea del Ministro sulle questioni che più in generale rappresentano il tema di confronto in questo periodo tra governo e sindacati.
«Oltre alla questione relativa all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e delle conseguenti deleghe in materia di lavoro – ha concluso Ferrari – , abbiamo espresso al Ministro la nostra posizione in merito alla previdenza e al relativo "scippo" del TFR a favore dei fondi pensione». Secondo il sindacalista, Maroni ha preso atto delle rivendicazioni del sindacati in materia di diritto del lavoro, – anche alla luce dei 100.000 scesi in piazza a Roma e delle diverse centinaia di scioperanti nella sola Varese – non ponendo in essere riserve a tornare ad incontrare in futuro anche il sindacato di base.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Febbraio 2002
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