Tre bambini palestinesi in ospedale. Scappavano dalla guerra, erano senza tetto

Un dramma che è l’emblema di tutti i rifugiati politici che stanno approdando in città

Allah ha 13 anni ed ha già subito un intervento al cuore per la sostituzione di una valvola; Fatima ne ha 11, è in stato di denutrizione e a sua volta avrà bisogno di un intervento chirurgico per una cardiopatia reumatica; Mohamed è il più piccolo, 8 anni, e ha "solo" qualche linea di febbre. Sono tre fratellini palestinesi da lunedì sera ricoverati nel reparto di pediatria dell’ospedale "Del Ponte" di Varese. Sono giunti a Varese circa un mese fa con il loro padre, un ex poliziotto che ha subito fatto richiesta di asilo politico. Scappavano tutti dalla guerra in Medio Oriente, cercavano un po’ di pace in Italia, una volta atterrati a Malpensa provenienti da Beirut. Ma la situazione per loro si è fatta subito difficile e l’intera famiglia è l’emblema del dramma dei rifugiati politici che giorno dopogiorno sta investendo Varese. Gisa Legatti, attivista del Varese Social Forum si è presa a cuore la situazione dei tre fratellini palestinesi ma contemporaneamente lancia un allarme contro l’insensibilità di quanti non vogliono vedere il problema: «Queste sono persone che scappano dalla guerra, dal terrore. Cosa contrappoiniamo loro? Una legge che obbliga a rilevare le impronte digitali a tutti gli immigrati, una città dove il comune si sfila da un progetto di assistenza per i rifugiati politici. Non abbiamo nemmeno idea di quale ricchezza rappresentano queste persone».

Allah, Fatima e Mohamed sono giunti a Varese a metà aprile. Per alcune settimane sono stati alloggiati in un albergo a marzio ma poi la prefettura, proprio perché nel frattempo altri rifugiati erano sbarcati a Malpensa, ha dovuto dire loro che provvedessero da sé a vitto e alloggio, dando al padre circa 1000 euro. «Quella cifra sarebbe bastata loro sì e no una decina di giorni» racconta Gisa Legatti, che assieme ad altri volontari si occupa del caso. In più c’era da fare i conti con lo stati di salute dei tre bambini. «L’ospedale si è mosso tempestivamente, non appena li abbiamo condotti lì per una visita: ha disposto il ricovero dei fratellini e ha dato una stanza anche al padre perché potesse stare loro accanto. Per qualche giorno il problema è superato. Ma poi?».

I tre bambini non corrono pericolo di vita, come precisa il primario della pediatria, professor Luigi Nespoli: «I due maggiori sono affetti da cardiopatie, tutti e tre sono piuttosto sottopeso, almeno per i nostri standard. Stiamo cercando di fare rientrare il loro caso in un programma di collaborazione con la Regione Lombardia che assicurerà loro la necessaria assistenza».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Giugno 2002
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