«Al Circolo i posti letto potrebbero anche aumentare»

Ultimi giorni di Carlo Lucchina alla direzione generale dell'azienda ospedaliera di Circolo. Già proiettato verso Milano non nasconde le sue preoccupazioni per il futuro «È un momento indubbiamente difficile»

È un Natale di grande attività per Carlo Lucchina (al centro nella foto). Agli sgoccioli del mandato di direttore Generale dell’ospedale di Circolo a Varese, sta prendendo possesso del suo ufficio al Pirellone. Il due gennaio si insedierà alla direzione della sanità regionale. Un incarico prestigioso ma anche molto impegnativo «Il mio nuovo incarico non è certo una passeggiata – commenta Lucchina mentre, lasciata la direzione di villa Tamagno, raggiunge Milano – è una macchina complessa e deve sempre assicurare efficienza. Il mondo della medicina è in continua evoluzione: scienza e tecnologia fanno passi da gigante e le cure devono stare al passo. Il presidente Formigoni e l’assessore Borsani esigono tempestività in tema di programmazione, quindi si deve tenere sempre sotto controllo la situazione».
Quindi è solo una questione medica? Le "innovazioni" di tenore economico non influiscono?
«Indubbiamente l’introduzione del ticket non è stato molto tempista. Non dimentichiamoci, però, che il concetto di compartecipazione popolare alle spese sanitarie si trova da anni nel nostro ordinamento. Serve a limitare consumi inappropriati: nel campo della sanità non è giusto parlare di sprechi, ma è indubbio che a volte si utilizzano i farmaci in modo superficiale».
E per quanto riguardo il ticket del Pronto Soccorso?
«Quel ticket ha provocato alcuni problemi anche di tipo organizzativo. Ora al Circolo siamo a buon punto. Anche in questo caso, comunque, ritengo che la misura servirà a ridurre prestazioni superflue: diciamo che al Pronto Soccorso di viale Borri si viaggia su una percentuale del 15-20% di prestazioni non strettamente urgenti».
Che ospedale lascia?
«Io ho la coscienza di aver fatto tutto quello che si poteva fare. Visto, poi, il momento difficile, che stiamo attraversando. E per questo risultato ringrazio tutti i dipendenti che hanno dimostrato attaccamento al proprio lavoro. Il nostro ospedale soffre di carenza di personale infermieristico ma anche di tecnici di laboratorio e di alcune tipologie di medico. Eppure la qualità del servizio non è mai venuta meno. Una parola di ringraziamento va anche alle organizzazioni sindacali che, nel proprio ruolo, hanno contribuito ad ottenere questo risultato».
E il cantiere del nuovo ospedale?
«Se non piovesse così tanto potrebbe andare meglio. Ma comunque ritengo che la popolazione abbia capito il valore di questa opera e stia sopportando benissimo i grandi disagi. Per quanto riguarda l’attività ospedaliera credo che stiamo facendo un ottimo lavoro: siamo riusciti ad avviare il cantiere senza farlo risentire minimamente ai pazienti. In alcuni casi, vedi pneumologia o geriatria o cardiochirurgia, siamo riusciti persino a migliorare la qualità dell’ospitalità. Abbiamo rivitalizzato Velate, che, nonostante le critiche, si è rivelata un’ottima alternativa per il servizio di neuropsichiatria infantile che era ormai diventato invivibile. Oltre Varese, comunque, credo che passi in avanti siano stati fatti anche negli altri tre presidi dell’azienda: a Cittiglio, Luino e Cuasso».
Cosa pensa delle nomine? C’è stata qualche sorpresa?
«Sostanzialmente non ci sono stati colpi di scena. Le cose sono andate come aveva detto Formigoni. Il periodo che ci attende è molto difficile e dovremo tutti rimboccarci le maniche».
In qualità di direttore della sanità lombarda metterà mano al piano di razionalizzazione dei posti letto: a Varese ne dovrebbero scomparire 450
«È vero. Mi sto occupando di quel piano. Ma, quando giungerà in commissione, sono convinto che ci saranno belle sorprese. Comunque, non è corretto gridare allo scandalo: il nuovo piano si basa sui letti accreditati nel 1998. E in questi anni ci sono stati molti "aggiustamenti". Per l’ospedale di Circolo, c’è persino il rischio di un aumento».


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Pubblicato il 27 Dicembre 2002
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