Sindaci e amministratori in Regione per dare forza alla Arcisate-Stabio
Valceresio – L’incontro al Pirellone per decidere il futuro, da parte italiana, del collegamento ferroviario. La Svizzera taglierà i fondi? Crosti: «Nessuno ci ha detto nulla, continueremo per la nostra strada»
Un’importante partita per la realizzazione del collegamento ferroviario tra Stabio e Arcisate si giocherà nella giornata di domani, mercoledì 21 maggio al Pirellone. La Regione sarà infatti il luogo in cui si riuniranno i sindaci dei paesi interessati dal progetto oltre agli altri enti rappresentati dalla Provincia di Varese e dalla Comunità Montana Valceresio per discutere delle ipotesi di variazione del tracciato caldamente appoggiate dalle comunità locali ma ancora incerte circa la loro attuazione. Sulla carta i problemi che i comuni hanno da tempo segnalato: l’inquinamento acustico determinato dall’incremento del passaggio dei treni una volta completata l’opera, oltre al caos che la soppressione di alcuni passaggi a livello determinerebbe per la circolazione veicolare soprattutto ad Arcisate; senza contare la necessità della predisposizione per il doppio binario nella tratta che da Arcisate già oggi si snoda verso Varese (nella parte che verrà costruita ex novo, invece, la ferrovia sarà a doppio binario). L’altra faccia della medaglia, però, è costituita dall’incremento dei costi di realizzazione di almeno il 10 percento (più 25 milioni di euro) che i comuni, da soli, non possono coprire. Per questo motivo la riunione, alla quale sarà presente anche l’assessore regionale Corsaro e il presidente del consiglio regionale Fontana.
«Non abbiamo, come comuni, la forza di sovvenzionare le modifiche al progetto che riteniamo però essere essenziali per il collegamento – ha affermato Carlo Crosti, sindaco di Induno Olona – . Detto questo non vuol dire che le variazioni al progetto le debbano pagare gli altri. Mi auspico che ogni ente territoriale metta a disposizione una quota per coprire parzialmente l’incremento dei costi: è necessario capire il “quanto”; per questo motivo ci incontreremo in Regione: è un segnale che il ministero si aspetta».
Tutto questo nonostante le voci di uno stop al finanziamento del progetto da parte Svizzera (enti parte del progetto sono difatti anche il Canton Ticino e le Ferrovie elvetiche): «Da parte nostra – conclude Crosti – andremo avanti per ottenere i miglioramenti del progetto. Del resto nessuna comunicazione ufficiale, al di là appunto di articoli di giornale, ci è giunta in merito dagli amici svizzeri. Fino a che ci sarà margine per le nostre ragioni continueremo a far sentire la nostra voce».
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