Buio pesto per l’artigianato
L’analisi dei dati di Unioncamee realizzata dal centro studi dell’Associazione Artigiani vede una sola nota positiva: sono in miglioramento le previsioni per il futuro
Non esce dalla crisi il settore artigiano, anzi i dati di questo trimestre sembrano decisamente bigi: l’unica cosa che resta è la speranza, la convinzione tra gli imprenditori che “deve passare la nottata”.
Questo è ciò che emerge dall’analisi dei dati di Unioncamere Lombardia elaborati dall’Associazione Artigiani della Provincia di Varese, che nel 3° trimestre 2004 (luglio-settembre) sottolinea quanto la produzione artigiana varesina sia sempre di segno negativo: sia rispetto al 2° trimestre 2004 (- 4,18% la variazione congiunturale sul trimestre precedente) sia nei confronti dell’indice annuo (- 4,10% sul 3° trim.2003).
In questa rilevazione sono le imprese con dimensioni medie e “grandi” per il settore ad evidenziare i trend produttivi più bassi: – 5,64% la variazione annua per le aziende dell’artigianato fra i 10 e i 49 addetti e -3,05 % per le aziende fra i 6 e i 9 addetti.
Gli unici elementi che sembrano motivare un cauto ottimismo sono gli ordini dall’estero e le previsioni fornite dagli imprenditori intervistati. Il fatturato diminuisce in tutti i settori. Di segno negativo gli ordinativi totali ed in crescita l’andamento dei prezzi medi per le materie prime (+ 4,75%) e per i prodotti finiti. Cala, rispetto al 2° trimestre 2004 (-1,38%), anche l’occupazione: l’emorragia più consistente interessa le imprese di maggiori dimensioni (- 2,26%). Negativo l’andamento per le imprese che producono beni finali, positivo quello per i produttori di beni di investimento (1,79%).
Rispetto al 2003 non si segnalano settori in crescita produttiva, mentre sono in calo soprattutto il tessile, l’abbigliamento, la chimica/varie, la siderurgia e la carta. Su base trimestrale la situazione sembra leggermente migliorare con i minerali non metalliferi, le pelli ed il legno. Gli altri settori sono tutti negativi, in particolare l’abbigliamento ed il tessile.
Il fatturato è diminuito del 5,88% rispetto al trimestre precedente, mentre la componente estera si è leggermente contratta (-2,70%). In crisi il mercato interno. Il tasso d’utilizzo degli impianti è diminuito di 4 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione (65,35%). In caduta libera sono l’abbigliamento (-53,71%) e gli alimentari (- 51,89%). Gli ordinativi acquisiti nel trimestre sono scesi del 3,62%. Ancora in calo gli ordini interni, mntre sono in lieve ripresa quelli esteri con l’1,76%. Anche l’occupazione è di segno negativo: –1,38%. Strumento di rilevazione dell’andamento occupazionale sono le procedure ELBA per i contratti di solidarietà – numerosi nel 3° trimestre 2004 – e le sospensioni. Dalle procedure compiute dall’Associazione nel corso del periodo gennaio-settembre 2004 si evidenzia che il settore economico maggiormente in crisi è il tessile/abbigliamento artigiano.
Il calo occupazionale di maggiore entità si è verificato nelle aziende da 10 a 49 addetti e nei settori dell’abbigliamento (-5,16%) e della plastica (-2,88%).
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