L’Aler non trova mai pace
L’Aler di Varese, ovvero la gestione delle case di edilizia popolare sembra non trovar mai pace.
Ieri è finita tra le righe del Corriere della sera citata per aver avuto il fratello di Bossi tra i suoi amministratori. Ma questo è niente a confronto delle bufere passate e future per questioni urbanistiche.
Pochi ricorderanno la vicenda legata all’area dell’ex macello di Belforte. Vicenda che costò il posto all’allora assessore Cristina Cantù. I cittadini, di fronte a un progetto che rischiava di “cementificare” tutta l’area, raccolsero migliaia di firme e inchiodarono le forze politiche a una lunghissima discussione approdata poi nella rinuncia all’intero progetto. Morale: niente case popolari e tutta la zona è rimasta nel degrado totale compresa la rimessa dell’Avt con coperture in eternit, ossia amianto.
Ora la questione sembra altrettanto delicata. L’Aler, tempo indietro, ha acquisito l’area di piazzale Staffora in via Crispi. Scottata, forse, dalla precedente storia ha provveduto a fare le cose in modo diverso. Ha indetto un concorso di idee che sarebbe servito ad avere un progetto valido per riqualificare l’area, costruire la sede e nel contempo realizzare anche spazi abitativi e commerciali. Bella pensata. Peccato che ora, a detta dei vincitori il concorso avrebbe come effetto solo quello di dare un obolo a chi l’ha vinto e poi il progetto ad altri.
Roba da non credere! Si fa un concorso di idee e chi vince non solo non concorre a progettare e realizzare i lavori, ma si trova scavalcato da chi ha precedentemente battuto o non ha nemmeno partecipato alla gara.
Non ci sono estremi di reato alcuno perché nel concorso non si specificava che la gara era propedeutica ai lavori, ma allora perché farlo? Per buttare soldi pubblici?
Per quello ha il palmares il Comune di Varese che incarica Morandini per rifare piazza Monte Grappa e poi butta nel cestino il progetto. Incarica un advisor per decidere cosa fare di Aspem e poi butta nel cestino anche quel progetto.
Speriamo di non dover assistere ancora a simili modalità. I soldi sono pur sempre dei cittadini. E visti i tempi farli sempre finir nei cestini non è un bel vedere.
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