Proposta: aboliamo lo zero
Dove si danno suggerimenti in difesa della civiltà, si interpella un ministro e si riferisce una storia di paese
Proviamo a fare così: stabiliamo per decreto che la legalità è un valore di cui preoccuparsi a giorni alterni, un po’ come le targhe nei periodi di smog. Ma che almeno si sappia, così la smettiamo di farci il sangue amaro. L’inflessibile rigore che la nostra classe dirigente dimostra verso immigrati senza tetto, moschee che non hanno la porta tagliafuoco, call center che non sono dotati di un parcheggio multipiano (“le norme edilizie vanno rispettate!”) si è sciolto come un gelato ad agosto non appena si è dovuto votare la legge Salvapreviti: non un sussulto, non un rimorso di coscienza, neanche mezzo dubbio. Tutti i paladini dell’ordine asburgico hanno premuto il pulsantino e dato disciplinatamente semaforo verde alla legge pensata apposta per risparmiare le chiappe a un personaggio condannato per corruzione, evasore fiscale confesso ma per fortuna sua cattolico anziché musulmano.
SE TELEFONANDO…- Sappiamo per certo che il ministro Maroni legge Varesenews. Ne approfittiamo per sottoporgli un quesito in quanto uomo di governo nonché rappresentante nelle istituzioni di Varese. Il ministro, come altri suoi colleghi, in questi giorni si è risentito del fatto che le conversazioni tra il governatore Fazio e il banchiere Fiorani siano state prima intercettate da un magistrato e poi finite sui giornali. I due non si scambiavano opinioni sul tempo ma trescavano attorno a una scalata bancaria, cosa che non fa molto onore a uno che dovrebbe essere arbitro della partita e non suggeritore. L’atteggiamento di Maroni ci ricorda un po’ quello dell’automobilista che, beccato a viaggiare a 140 orari in centro abitato pretende di non pagare la multa perchè il vigile non ha la divisa in ordine. Non sarebbe meglio che la politica si preoccupasse innanzitutto del contenuto di quelle telefonate? Quanto al comportamento dei giornalisti, Maroni si consoli con una battuta che circola nell’ambiente dei giornali: ai bravi ragazzi si presentano le sorelle, ma non si fa loro fare i cronisti.
IL NOSTRO QUIETO VIVERE – Per la serie: le notizie che i massi media locali non hanno dato. A Ispra accade che un tizio, passaporto italiano ma origini e aspetto caraibico, venga insultato per mesi per via del colore della sua pelle da una banda di ragazzotti. Nessuno interviene finchè al tizio saltano i nervi e all’ennesima provocazione si vendica a coltellate. E finisce giustamente in galera. La faccenda viene inizialmente liquidata come regolamento di conti per questioni di droga ma quando il movente reale salta fuori, sui giornali non compare una riga e l’episodio, spia di atteggiamento ormai largamente diffuso, finisce in archivio. Proviamo a immaginare cosa sarebbe successo se le parti fossero state invertite.
L’IDEONA – La chiusura della moschea di Gallarate sembrava dover regolare definitivamente i conti con la storia e garantire ordine da qui all’eternità. E invece, lungi dall’aver risolto un solo problema, ne ha creati con effetto domino una serie di nuovi. L’ultimo della serie è il più sorprendente di tutti: si pensava almeno che il calcio nel sedere tirato ai musulmani compattasse la maggioranza di centrodestra della città. E invece, al momento di sottoscrivere la ricandidatura del sindaco Nicola Mucci, la Lega Nord non ha messo la sua firma sul documento: il prezzo, insomma deve essere ancora alzato. Proviamo a immaginare le prossime mosse: a Gallarate viene introdotto il criterio della dose minima giornaliera di kebab, chi la supera viene denunciato. Oppure: all’ingresso della città vengono affissi cartelli con la scritta “comune de-islamizzato”. O infine: abolizione del numero zero in tutti i sistemi di calcolo in vigore a Gallarate. Lo zero l’hanno infatti inventato gli arabi e certo scontri di civiltà non possono essere tollerati.
NEL MARMO DELLA STORIA – “Una svolta storica nel mondo dell’economia e dell’informazione”: uno sente una frase del genere e chissà cosa si immagina. E invece sono quelli di Rete 55, tivù dalla proprietà divenuta incerta, che annunciano il loro sbarco nel mondo delle trasmissioni digitali. Va bene l’autopromozione, va bene l’entusiasmo della novità ma diamine, pensare che a Gornate Olona si avveri di punto in bianco quello che non è riuscito a Rai e Mediaset, per i quali il nuovo sistema di trasmissione fatica a ingranare forse è un po’ esagerato. E da ascoltatore impertinente faccio la domanda che nessuno, in tanto trionfo di retorica ha fatto: ma se sul canale digitale di Rete 55 continuerò a vedere il profluvio di cartomanti e televendite, perché dovrei acquistare il decoder?
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