Mondiali, una vittoria insubrica
In alto i cuori, Varese torna dopo mezzo secolo abbondante capitale del ciclismo mondiale. Il “sinedrio” dell’Unione Ciclistica Internazionale l’ha scelta dopo tre giorni di tensioni e sofferenze preferendola alla solare e monumentale Toscana ( Viareggio- Lucca ) e alla classica Valkenburg (Olanda), uno dei siti mitici delle due ruote per aver già ospitato per ben quattro volte la corsa iridata. Evidentemente la candidatura della città giardino era la più forte in senso complessivo. A un percorso serio e spettacolare, le centralità delle Bettole un unicum mondiale, si sono sommati l’appeal di un territorio finalmente di nuovo consapevole delle proprie enormi potenzialità, garanzie economiche serie e convincenti e un indubbio “peso politico”nei corridoi dei “palazzi” ciclistici che contano. E poi sono convinto che quella che alla vigilia era ritenuta una possibile remora alla candidatura varesina cioè la vicinissima Mendrisio,già scelta per il 2009 dopo quelli del ”71 vinti da un intrattabile Eddy Merckx, si sia in realtà dimostrata una concomitanza favorevole. Ne esce premiatissima infatti l’Insubria che per due anni di seguito sarà sotto i riflettori di mezzo mondo e davanti agli obiettivi delle telecamere, un ‘occasione storica per un’area geografica che deve ottimizzare al meglio le sue molteplici vocazioni: industriale, di servizi, turistica e culturale. La doppia scelta insubrica dell’UCI non potrà non essere al centro del vertice della Regio che si terrà nei primi giorni della prossima settimana sotto un tendone ai Giardini Estensi.
Tornando a Varese bisogna dire che questo successo l’aiuterà non poco ad uscire definitivamente da quell’opacità rassegnata che aveva caratterizzato gli anni settanta-ottanta e un pezzo dei novanta. Il riconoscimento internazionale premia, per interposto “mondiale”, tutti coloro che in vari campi – e questo quotidiano on line è una testimonianza in merito – lavorano, spesso in dura salita, contro gli stereotipi della città appagata, sazia, egoista e in decadenza.
Come sempre capita ora saranno in molti, come diceva il corrosivo Leo Longanesi «a correre in soccorso del vincitore». Il vincitore in questione è su tutti ovviamente Renzo Oldani, il tenacissimo presidente della Binda che ha saputo trovare gli ingredienti giusti per convincere “il sinedrio” dell’Uci. Ora lafetta di città che va fiera di questa prima vittoria deve aiutarlo. Naturalmente senza remore o in vista di tornaconti personali e di gruppi.
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