“Consumare cannabis o eroina non è la stessa cosa”
Il dottor Tosetto, operatore dell'Asl, commenta la legge appena licenziata dal Parlamento
Non sono ancora chiari tutti i passaggi, le tabelle saranno definite in futuro, ma una cosa è certa: la legge appena licenziata dal Parlamento sulla droga non piace agli operatori. Almeno non piace al dottor Claudio Tosetto, che da anni lavora al Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl di Varese: «È quantomeno discutibile la scelta di equiparare il consumo di cannabinoidi a quello di cocaina o eroina. Io parlo dal punto di vista del consumo, perchè altro discorso merita la repressione della produzione e dello spaccio, entrambe attività che vanno punite severamente al di là delle sostanze».
Il dottor Tosetto è ormai una sorta di "autorità" nel settore dato il suo impegno tra i giovani soprattutto nel campo della prevenzione: « Io penso agli adolescenti, a chi si fa uno spinello: come si fa a pensare ad una pena detentiva da 6 a 20 anni? Con la repressione non si sono mai ottenuti grandi risultati. Anche in passato le campagne demonizzatrici hanno sortito effetti opposti a quelli sperati. Mi sembra, quasi, che questa legge possa incentivare piuttosto che dissuadere i giovani».
Il commento dell’operatore dell’Asl è comunque "a caldo", con una legge che ancora va definita nei dettagli: « Aspettiamo i decreti attuativi che definiranno esattamente le quantità delle singole sostanze. Certo che se si manterranno le tabelle del 2003…».
Oltre al dato dell’assunzione, per il dottor Tosetto è anche delicata l’equiparazione tra pubblico e privato: «Non che la cosa mi spaventi. Noi continueremo a fare ciò che abbiamo fatto sino ad oggi. Ma mentre il pubblico ha solo il compito di certificare all’autorità giudiziaria, il privato sociale gestisce anche case di recupero. Se sarà messo in grado anche di certificare, chi controllerà la spesa? Chi verificherà le fasi del recupero? Si corre il rischio di dilatare i costi».
Su un unico aspetto concorda il medico dell’Asl: il settore aveva bisogno di una rivistazione normativa: «Il testo unico risaliva al ’90. Dopo ci sono stati tanti aggiustamenti, decreti, normative regionali che creavano un po’ di confusione. Si sentiva la necessità di una maggiore chiarezza».
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