Marantelli: «Facciamo l’Ulivo del nord»

Il deputato diessino lancia la proposta durante un incontro alla festa dell'Unità

Sembrava che tutto ciò che doveva accadere in politica fosse già accaduto, invece non è così. Durante l’incontro organizzato dai diesse di Cassano Magnago dal titolo "Esiste una questione settentrionale?", ci ha pensato l’onorevole diessino Daniele Marantelli a rinsanguare questa fiacca estate. Da sempre etichettato come filoleghista (etichetta che lui rifiuta), colui che strizza l’occhio (con intento politico, s’intende!) a Bobo Maroni e considerato il padre del compromesso storico padano con l’appoggio al primo sindaco leghista di Varese, Marantelli ha ribadito la necessità di dar vita ad un Ulivo "padano", o meglio del nord. Un nuovo soggetto politico capace di cogliere il radicamento del territorio e la necessità di dare voce e rappresentanza ad un tessuto di piccole e medie imprese, dove alla cultura del fare è possibile affiancare anche una visione solidale, di uguaglianza, di meritocrazia e di equità sociale. «Questo spazio e questa forza esistono – ha spiegato Marantelli – lo dicono i numeri delle ultime elezioni. Alcune istanze erano una cosa ben presente al Pci già all’inizio degli anni ’90, ho qui con me un documento del 23 novembre del 1990 dal titolo "proposte di riforma federalista". Io non sono mai stato uno yes man e credo nelle argomentazioni per convincere gli scettici».

L’incontro di Cassano Magnago, moderato dal direttore del quotidiano "La Provincia" Giorgio Gandola, doveva avere tra i relatori anche il segretario nazionale della Lega Nord Giancarlo Giorgetti, che, infortunato, non è potuto intervenire. Saltato l’intervento del big leghista, si è optato per l’assessore regionale al Territorio, Davide Boni, che a sua volta ha declinato l’invito per altri impegni istituzionali. Alla fine Domenico Uslenghi, ex sindaco leghista di Cassano Magnago, ha messo una pezza alla situazione e si è seduto al tavolo dei relatori. «Sono contento di sentire parlare Marantelli leghista – ha detto Uslenghi -. Bisogna agire per portare a casa risultati per la nostra gente, per la nostra terra. Per anni siamo stati dimenticati, i politici guardavano a sud e a Roma, alimentando il sistema clientelare mafioso. La lega ha avuto il merito di spostare l’attenzione al nord. Chi mi conosce sa che non sono uno che ama Berlusconi e che non ama la cultura americana, produrre per consumare, consumare per produrre».
Per Gandola la questione settentrionale esiste da almeno 30 anni. Il segno più evidente, secondo il direttore della Provincia, è stata l’accoglienza a suon di fischi riservata il 5 giugno scorso a Epifani della Cgil da parte degli industriali del Varesotto. La questione settentrionale ha dei nomi e dei luoghi precisi: tangenziale di Varese e di Como, Pedemontana, Malpensa, interporto, ferrovie, autostrada, cargo city. «La mia sfida – conclude Marantelli – è dare delle risposte concrete alla gente delle padanie, perché non c’è una sola padania. Questo è il motivo per cui è importante pensare ad un soggetto politico riformista progressista anche al nord».

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Pubblicato il 29 Luglio 2006
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