Trasparenza e ipocrisie

Il re è nudo e ora non ha nemmeno più vergogna.
Fabio Fidanza, direttore generale, più o meno “abusivo”, in un’intervista condotta da Matteo Inzaghi, direttore di Rete55 , alla domanda del giornalista se ci fossero malumori all’interno del suo partito, la Lega nord, ha affermato testualmente che per l’urgenza organizzativa che aveva Varese risorse, la sua nomina non ha avuto la trafila politica corretta.
Per chi non avesse seguito la querelle va detto che Fidanza è stato nominato in quel ruolo a settembre senza che lo statuto dell’azienda pubblica, controllata da Aspem, avesse previsto una tale posizione. Il dirigente percepisce un compenso di 120mila euro lordi all’anno, oltre alcuni benefits.
Non siamo così ingenui da non sapere che le cose vadano in modo diverso. Lo diciamo da anni. Basta andare a rileggersi i tanti post it di Del Frate. Noi “qui a bottega” come ama dire sempre il nostro amico e collega, siamo andati più volte a difenderci in Tribunale per le querele prese per queste ragioni. L’intervista di Fidanza però scoperchia un velo di ipocrisia che fa paura.
La politica è un’arte e una scienza. Ha il grande compito di amministrare lo Stato e ogni tipo di amministrazione locale. Deve dare indirizzi, ma non arrivare ad occupare ogni sorta di posti di potere.
La questione che riguarda ora Fabio Fidanza e la Lega nord non è se sia o meno legittimo il suo incarico. Quello è un fatto formale, delicato, ma davvero secondario. Così come il fatto che percepisca un compenso che sia valutato tanto o poco.
Quello che sconcerta è la sua ammissione rispetto a come si è decisa questa nomina. Si rammarica quasi che il suo partito sapesse e non sapesse e da qui sarebbero nati i malumori.
Ma come non si dovrebbe essere soddisfatti se lui è davvero un tecnico preparato? Cosa c’entra la segreteria di un partito con l’assunzione di un dirigente di un’azienda che gestisce risorse energetiche? Non dovrebbe essere il suo curriculum quello di cui tener conto? E a detta di molti Fidanza avrebbe le carte in regola.
Quello che sconcerta quindi è vedere come sono nominati questi ruoli e con loro i consigli di amministrazione delle aziende pubbliche, su quelle private ovviamente non sta ai cittadini vigilare.
Complimenti ai colleghi della tv locale. Questo risveglio non può che farci piacere. Ci farà però ancora più piacere se si andrà a fare le pulci anche ad altri personaggi. E in provincia non mancano esempi di posti ricoperti da più di un soggetto le cui competenze sono tutte da dimostrare, tranne la capacità di gestire il potere.
Non vorremmo che questa campagna servisse solo a riposizionare alcuni di questi personaggi politici.
È una tristezza sapere che ormai ogni metro di giudizio è legato a quale tessera di partito abbia in tasca quel tale personaggio.
E tutto questo ha ripercussioni enormi nella gestione della “cosa pubblica”. Inefficienza, sprechi, abusi di potere nascono tutti da qui. La competenza spesso è un optional.
Se non ci scrolliamo di dosso questa situazione ogni passo avanti sarà soggetto a due indietro.
E immaginiamo quanta tristezza avranno addosso tutti quei militanti che in questi anni hanno creduto alla Lega come movimento antisistema e che avrebbe fatto della trasparenza una propria bandiera. Del resto però quella è una bandiera ammainata ormai da tempo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Marzo 2007
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