Italiani grandi bevitori. Di acqua

Ne beviamo 200 litri l’anno. Vini doc ed energy drink i preferiti al bancone. Un'indagine Consorzio distributori alimentari

Sole e caldo non tardano a farsi sentire? Tolti mare e bikini, non sempre disponibili per tutti, il rimedio per alleviare l’arsura di queste giornate dal termometro estivo resta la classica bibita gelata, gustata se possibile all’ombra e all’aperto. Ed è proprio in questo clima che il Cda (Consorzio distributori alimentari, uno dei principali distributori di bevande sul mercato nazionale) si è sbizzarrito presentando un’indagine sul settore del beverage e, più in generale, sui gusti degli italiani al bar.

Per quanto riguarda i volumi di vendita riportati dall’indagine, i comparti merceologici che hanno ottenuto i risultati più positivi sono stati in assoluto quelli degli Energy Drink, con un +25,2% (da sole o per la realizzazione di cocktail, queste bevande hanno conosciuto nel 2006 un vero e proprio “boom” nel fuori casa), degli aperitivi alcolici (+ 23,7%), sostenuti dalla dilagante moda degli “happy hour”, e dei vini Doc (+ 13,82%). Altrettanto negativa la tendenza dei Ready to Drink, che nel 2006 hanno registrato un -25%.
Resta stabile invece il consumo delle acque minerali (+2,9%), di cui gli italiani si confermano grandi bevitori, con circa 200 litri pro capite all’anno. Le acque piatte in particolare sono decisamente le favorite con il 70% dei volumi espressi contro il 26% delle gasate e il 4% delle effervescenti naturali. Il formato preferito nel fuori casa è quello da asporto da ½ litro in plastica che si conferma per comodità/servizio quello con le migliori performance verso il 2005 (+18%).
Il settore delle birre manifesta invece una certa sofferenza e fa fatica a mantenere le proprie quote. Una situazione dovuta per lo più agli al consumo e da un conseguente spostamento degli italiani verso prodotti a maggior contenuto edonistico (energy drink e cocktail). Nel complesso comunque si beve lo stesso quantitativo di birra alla spina (+2%) e nel comparto crescono i consumi di birra in bottiglia (+9,54%).
Stabili i consumi di succhi di frutta (+2%) in volumi su tutti i formati, mentre il formato cl. 200 tipico del bar e che da solo rappresenta il 70% dei volumi espressi dalla categoria, registra un -2,5% rispetto al 2005. Dopo alcuni anni di crescita, quindi, sia assiste in questo comparto ad una frenata nei consumi e, dopo il boom di gusti innovativi, si registra un ritorno importante ai “classici” pera, pesca e albicocca.
Importante e in controtendenza rispetto alla campagna di sensibilizzazione sul consumo responsabile di superalcolici è la crescita del 13,6% a valore e del 12,8% a volumi di queste bevande, con particolare riferimento agli aperitivi alcolici e ai prodotti da miscelazione come vodka (+20,1%), vermouth (+22,3%) e gin (+13%).
Il 2° e 3° trimestre del 2006 hanno dimostrato una maggiore vivacità nei consumi rispetto al 1° e 4°, complice sicuramente il periodo estivo come sempre determinante per il settore beverage; basti pensare infatti che i mesi centrali aprile/settembre valgono il 65% del giro d’affari annuo.
Il 2006 dunque è stato un anno nel complesso positivo, ma quali sono le previsioni per il 2007? L’anno si è aperto denotando una conferma del trend registrato nel 2006.

“In termini di prospettiva ed in condizioni climatiche “normali” – spiega Lucio Roncoroni, direttore di CDA – non ci attendiamo grandi crescite sul comparto acque minerali e nel mercato delle birre. Grandi sono le attese verso le birre di importazione (soprattutto tedesche) che stanno registrando gli incrementi più significativi”.

I primi dati del 2007 relativi alle bevande analcoliche in particolare stanno confermando il trend positivo per le cole, per il the e per le bevande a base frutta. Stabili invece i prodotti isotonici e ancora in forte crescita gli energy drink soprattutto perché abbinati ai super alcolici.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Maggio 2007
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