Nuovi contratti, protesta improvvisa al Molina

Manifestazione spontanea all'istituto di ricovero per anziani da parte dei lavoratori: "Ci tolgono 3mila euro"

La tensione era nell’aria, già si sapeva; ma che l’incontro di oggi al Molina per parlare dei nuovi contratti si sarebbe trasformato in una manifestazione di protesta dei lavoratori, nessuno se lo aspettava. Stamattina, al tavolo delle trattative erano seduti in tanti: il direttore generale della Fondazione Molina, Andrea Segrini, Marco Petrillo, presidente provinciale Uneba, Angelo Moretti, consigliere regionale Uneba, e i segretari generali della funzione pubblica dei sindacati confederali. Oggetto: i contratti dei futuri dipendenti delle RSA, le residenze socio assistenziali.

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Ma  poco dopo l’inizio, quando a prendere la parola è il rappresentante dell’Uneba (un’associazione di categoria privata che si occupa dei servizi alla persona, in particolare per enti no profit), i membri dei sindacati si alzano e se ne vanno. Il motivo? I nuovi contratti, che non saranno più pubblici, ma il risultato delle contrattazioni con gli enti privati. Questo dopo la legge costituzionale del 2001, che ha trasformato le ex Ipab, gli istituti di pubblica assistenza, in enti di diritto privato.

E le opzioni dell’Uneba ai sindacati nostrani non piacciono: Manuela Vanoli, segretaria generale della funzione pubblica della Cgil, e Daniela Ferla, segretaria generale della funzione pubblica della Cisl, spiegano che dopo le proposte fatte oggi all’incontro con la dirigenza, c’è stata una manifestazione spontanea di protesta da parte di alcuni lavoratori del Molina. Cartelli e slogan quindi, "perchè per far tornare i bilanci – dicono i sindacalisti –  l’unica soluzione che prendono in considerazione è la diminuzione del costo del lavoro; con questi nuovi contratti chi verrà assunto prenderà 3.000 euro in meno all’anno rispetto all’accordo precedente, e noi non ci stiamo".

«È da mesi che chiediamo di vedere i bilanci – continua la Vanoli – , e nessuno ci ascolta: si rifiutano anche di discutere dell’organizzazione del lavoro e dei problemi del personale». A sostenere i lavoratori, anche i rappresentanti dei pensionati: per loro, la diminuzione del costo del lavoro significa un minor servizio per gli anziani ricoverati, e unito al continuo aumento delle rette, è l’esempio di una situazione inaccettabile.

Di diversa opinione l’Uneba: «I sindacati hanno mostrato un pregiudizio precostituito sul sedersi intorno ad un tavolo e discutere – sottolinea Petrillo (foto a sinistra) -, anche perchè non hanno neanche ascoltato le nostre proposte. Che riguarderanno solo i dipendenti futuri, mentre per quelli attuali non cambierà niente». Proposte che si sintetizzano in pochi punti: «Dal punto di vista economico il contratto è più basso di 1.300 euro, non di 3.000 – spiega il presidente provinciale – , che cerchiamo di compensare con agevolazioni non previste nel contratto pubblico».

«Ma soprattutto, diamo la nostra massima disponibilità a cercare insieme un accordo – aggiunge Moretti (foto a destra) -, e ci spiace ammettere che è la prima volta in cui ci imbattiamo in reazioni di questo genere, non solo a Varese ma in tutta la regione». Un ultimo commento spetta al presidente del Molina, Mario Carletti. Per lui tanta amarezza: «Se bisogna lottare, bisogna farlo tutti insieme, con gli stessi obiettivi. Siamo un ente no profit, e non abbiamo bisogno di fregare nessuno per fare più utili, ma i conti purtroppo vanno fatti quadrare».

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Pubblicato il 25 Maggio 2007
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