Una marcia in più

Otto giorni sono bastati a Marco Reguzzoni per presentare la sua seconda giunta. Otto conferme per rispettare uno slogan, “squadra che vince non si cambia”. Tutte le indiscrezioni e le polemiche circolate in questi giorni cancellate come le scritte sulla sabbia.
Una squadra di politici doc, alcuni esperti amministratori. Tali sono infatti tutti i nuovi entrati.
Insomma, il Presidente può dormire sonni tranquilli, e se doveva dare segnali circa la propria forza e la propria determinazione per lui non poteva andare meglio.
Una maggioranza fortissima e le poche spine che aveva si sono spuntate. Reguzzoni ha tenuto insieme bene la sua squadra e così per ognuno c’è il suo giusto riconoscimento.
Le condizioni per lavorare con serenità ci sono tutte.
Tre sole le insidie per questo super presidente.
La prima non lo riguarda direttamente ed è legata all’opposizione. Ulivo e Rifondazione sono le uniche forze ad avere consiglieri e mandano a Villa Recalcati uomini e donne preparate. Anche per loro sono gli amministratori ad essere premiati. Resta però una debolezza numerica che permette al centro destra di governare senza alcun affanno e questo potrebbe ridurre il confronto. Confronto che ha caratterizzato la prima amministrazione Reguzzoni e che darebbe una marcia in più alla Provincia per far bene. Il candidato avversario per la presidenza, Mario Aspesi, è un interlocutore validissimo e che ha dimostrato in questi mesi stile e coerenza. Stessa valutazione per ognuno dei consigleiri ulivisti e per Vittorio Solanti, sui banchi per Rifondazione comunista, la cui mitezza e passione per la vita pubblica ne fanno un esempio anche per chi non la pensa come lui.
La seconda è tutta politica e riguarda alcuni nodi delicati che vanno sciolti. Il primo in assoluto il rapporto con la città capoluogo. Provincia e Comune devono trovare insieme progetti forti a partire dalle aziende municipalizzate che gestiscono servizi essenziali e beni fondamentali quali l’acqua e l’energia.
La terza insidia riguarda direttamente il Presidente. Non è in discussione il suo carattere. Quella è una questione soprattutto personale e familiare delle sue due donne (la moglie e Carolina, la sua bimba) che condividono la sua sfera privata.
Reguzzoni deve invece fare attenzione a non farsi prendere da manie di onnipotenza. Ha vinto, i cittadini del Varesotto gli hanno dato un grande credito, anche se non deve dimenticare che solo un elettore su due ha votato, ma proprio per questo dovrà avere ancora la capacità di ascoltare e interrogarsi su ciò che deve fare.
Il Presidente è uno che si assume le proprie responsabilità, non ha paura di essere anche impopolare e questo a volte è un bene.
Se saprà ascoltare e realizzare quello che ha promesso in campagna elettorale lascerà un segno forte, molto forte come forse nessun altro è riuscito a fare almeno negli ultimi decenni. E con lui lo potranno fare tutti gli assessori della sua Giunta.
L’ascolto, il confronto, uniti allo studio e alla capacità di decidere potrebbero essere gli ingredienti giusti per rimettere la politica con la P maiuscola al centro della vita delle comunità proprio in una fase in cui serpeggia troppa sfiducia.
L’esperienza di questi anni gli saranno comunque di grande aiuto e oggi ha ragione di essere soddisfatto e orgoglioso.
Buon lavoro presidente.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Giugno 2007
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