Sanità: chi “rompe” non paga, e i cocci sono nostri
Il Governatore della Lombardia Formigoni chiede aiuto ai cittadini per districarsi nella selva di nomi in lizza per un posto di direttore nella sanità.
È un’operazione di trasparenza per avvicinare i lombardi ad un settore così delicato. Credo che i varesini sarebbero ben lieti di partecipare all’operazione se, però, fossero più chiare le regole del gioco.
Negli ultimi tre anni, la sanità della nostra provincia ha accusato parecchi contraccolpi. Il direttore generale Roberto Rotasperti, dopo aver collezionato una serie di critiche e aver sollevato qualche polemica di troppo, si è visto spostare all’improvviso in quel di Sondrio. Il suo successore, Carlo Pampari, chiamato a dirigere la delicata operazione del trasloco nel primo ospedale realizzato in Lombardia nell’era Formigoni, ha dovuto più volte far buon viso a cattiva sorte (e non solo) davanti allo stillicidio di guai. Il direttore generale dell’azienda bustocca non solo si è preso uno dei peggiori voti da parte della stessa giunta lombarda, ma si è visto appioppare una supermulta milionaria a causa di una vertenza lavorativa.
Succede, di solito, che un manager, pagato in modo cospicuo, ci metta la sua credibilità e la sua faccia e, in caso di fallimento, paghi andandosene. In questi anni abbiamo visto che non è proprio così. Quando uno sbaglia, rimane al suo posto o, tutt’al più, si sposta un po’ più in là.
Forse, nelle intenzioni del Governatore, l’apporto dei cittadini serve per ridare credibilità a queste nomine.
Chi glielo dice, però, ai vari segretari di partito che dall’estate scorsa si stanno spartendo le poltrone della Lombardia, che poi si contenderanno gli incarichi delle province, per arrivare a dividersi le singole aziende, incastrando nomi, tessere e requisiti?
Applaudiamo all’iniziativa del Governatore e rimaniamo in trepidante attesa del risultato. Felici di rimangiarci il nostro sarcasmo.
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