L’Arnetta, la Lega e i gol di Lerner
Due Università, la scuola europea, la più importante multinazionale in Europa, il centro di ricerca della Ue, una decina di teatri, un aeroporto internazionale. E poi anche il nono posto in Italia per export con un saldo attivo importante, il settimo posto per raccolta differenziata. Luoghi splendidi, da far invidia a chiunque, sia per caratteristiche naturali che storico artistiche. Basti pensare a Santa Caterina e a Tornavento. E se si vuole i dati positivi potrebbero riempire pagine e pagine.
Questo è un territorio dove si lavora, si studia, si fa cultura, si ricerca e si produce di tutto. Negli ultimi quindici anni si è fatto molto e il Varesotto ha reagito con forza a ogni momento di crisi sapendo trovare risposte adeguate. Con un moto di orgoglio non solo nostro anche Varesenews è un esempio di virtuosità.
Tutto questo ce lo dobbiamo ricordare sempre. Così come ci dobbiamo ricordare anche che la Lega non è folclore e non è quella che viene dipinta spesso nei salotti romani o milanesi. Ci sono amministratori che hanno ben fatto e che continuano il loro impegno per il territorio. Si potrebbero fare tanti nomi tra cui qualcuno anche citato nel servizio di Gad Lerner all’Infedele. Ci sono però anche tanti altri che hanno abbandonato il Carroccio. Nomi illustri, basterebbe ricordare il solo Raimondo Fassa, ma non c’è città amministrata dalla Lega che non abbia il suo “dissidente”.
Tutto questo non fa comunque di Varese una terra di clientele e di intrecci tra mala politica e affari, però qualche problema qui esiste eccome. E la virulenza di molti commenti sul nostro giornale è lì a dimostrare come subito scatti un atteggiamento ideologico e da tifo da stadio. Invece di riflettere si passa subito a uno sterile contrattacco, quasi che fosse in atto un referendum per l’abrogazione di qualcosa o qualcuno.
La realtà cambia e occorre saperla governare. È tutta qui la questione. Se alle trasmissioni televisive si esibissero meno fazzoletti verdi e si provasse a entrare nel merito delle questioni non si lascerebbe a un conduttore “fazioso” tutto il protagonismo. Si potrebbero superare quelle solite e fasulle logiche che qui c’è tutto il bene e dal Po in giù tutto il male. Si potrebbe anche comunicare che Varese è importante per tutto il Paese a prescindere da chi la governa. Si potrebbe anche spiegare meglio perché uno stato federale ha pari dignità di una diversa forma istituzionale. Finchè si fa solo il tifo non si guarda la partita per divertirsi, ma solo per vincere. E non è l’unica prospettiva, forse nemmeno la migliore.
Quanto al nostro lavoro, ci è piaciuto il commento della lettrice Nigritella. A noi piacerebbe impegnarci per portare qui la costiera Amalfitana, purtroppo invece ci tocca tenerci l’Arnetta.
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