Ora non ci sono più alibi
Dalle urne esce un’Italia molto diversa da quella che è stata fin qui rappresentata. Le forze politiche che siederanno in Parlamento si contano sulle dita di una mano e per la prima volta non ci sarà una parte della sinistra storica. Una semplificazione che lascia sul campo un pezzo di storia, ma questa è la democrazia e le riflessioni per alcune forze politiche dovranno essere profonde.
Da altre parti si brinda. Trionfo per la Lega che raddoppia quasi il proprio consenso.
Ora si apre una fase nuova con responsabilità molto precise. Il governo Berlusconi avrà una maggioranza solida in entrambi i rami del Parlamento e il Carroccio sarà determimante per ogni voto.
Una vittoria per quanti, come Cattaneo e Maroni, avevano scommesso su un “modello bavarese”. Questo dato garantirà la possibilità di procedere spediti non solo per i numeri, ma per diverse altre ragioni. Berlusconi, se lo vuole, potrà scegliere ministri che conoscono già la macchina dello Stato. La seconda ragione è nella ripartizione territoriale del voto. Il centrodestra stravince al nord come al sud e dovrà tenerne conto, ma nel proprio programma la parola federalismo ora assume un carattere molto diverso. Oltre tre milioni di italiani hanno votato per il Carroccio ed è un insulto continuare a parlare di voto di semplice protesta. La Lega non vince solo grazie a semplici slogan. Raccoglie il malcontento, ma anche le richieste di una parte consistente dei cittadini del nord.
La soddisfazione di oggi diventa responsabilità già da domani e per il nostro territorio si apre una nuova fase di grande esposizione.
Vedremo se Bossi saprà far pesare la propria forza e realizzerà quei progetti che nel precedente governo Berlusconi non era riuscita ad ottenere.
Quanto al partito democratico proprio non c’è molto da festeggiare. Veltroni ha avuto coraggio e le sue scelte hanno prodotto un vero terremoto, ma non è riuscito a spostare equilibri che al Nord fanno sentire sempre distante il centrosinistra.
Chi vince governa da domani non è solo uno slogan, ma un imperativo. Di questioni aperte anche qui dalle nostre parti ce ne sono davvero tante. Staremo a vedere.
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