Fascismo e Famiglia Cristiana, un ragionevole dubbio
Il problema proposto all’opinione pubblica diventa la possibilità per un grande giornale di esprimere una critica netta all'esecutivo, non l’esame della coerenza e della trasparenza dell'azione dell'attuale governo
Caro direttore,
si può ritenere più o meno fondato il dubbio sollevato da Famiglia Cristiana sullo stato della nostra democrazia e sui rischi di un ritorno, "sotto altre forme", del fascismo, cioè di un tipo di regime a senso unico, in cui la verità è data dall’alto e non scaturisce dal libero confronto di opinioni, in cui le notizie sono gli annunci del Governo, più che la realtà dei fatti.
In un paese normale ci si aspetterebbe una discussione nel merito di questi dubbi, un esame di coscienza da parte della grande stampa, un confronto puntuale con le opinioni e i fatti elencati dal settimanale cattolico.
Personalmente mi sento interrogato dal dubbio sollevato da FC, anche perché la storia del novecento insegna che una via parlamentare al fascismo esiste e l’esperienza del ventennio (già definito da Berlusconi “una dittatura benevola che offriva soggiorni al mare ai dissidenti”) ci ricorda che esso non esclude affatto un ampio consenso (anzi il consenso di massa nè una caratteristica).
E’ una scomoda verità con cui fare i conti, che accresce la necessità di vigilare e proteggere la democrazia, cosa che non vedo si possa fare prescindendo dalla libertà di critica al potere, anche la più radicale.
Perciò vedere che sui nostri giornali tutto questo diventa “il caso famiglia Cristiana”, è un poco inquietante. Infatti, seguendo la ‘linea’ dettata dalle arroganti non-risposte di esponenti governativi, il problema proposto all’opinione pubblica diventa la possibilità per un grande giornale di esprimere una critica netta all’esecutivo, non l’esame della coerenza e della trasparenza dell’azione dell’attuale governo.
Invece di discutere con argomenti si invoca il principio di autorità (“non conta ciò che dite, perché non parlate a nome della Chiesa”) oppure si passa agli insulti (“cattocomunisti”), salvo atteggiarsi a vittime (“il fascismo è in chi ci critica”).
Ripeto, Famiglia Cristiana ha solo sollevato un dubbio, “augurandosi che non sia vero”. Viste certe risposte, chi condivide questo augurio non può che difendere il diritto di sollevare il problema, o più semplicemente il diritto di ognuno di valutare l’operato di chi comanda.
Cordiali saluti
Roberto Caielli
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