Slogan e firme contro la riforma, anche Varese scende in piazza
Oltre trecento i ragazzi giunti nel centro cittadino per protestare. Maestre e prof in manifestazione con gli studenti
"Sotto la pioggia e la tempesta è solo l’inizio della protesta"; "leggere, scrivere, fare due conti: questa è la scuola che vuole Tremonti".
In trecento si sono ritrovati in piazza XX Settembre a Varese per protestare contro la Riforma Gelmini. Hanno scelto la piazza varesina preferendola al corteo organizzato a Milano. Erano soprattutto studenti del classico e del Manzoni ( linguistico e psicopedagogico), mentre i compagni dell’artistico sono andati nel capoluogo lombardo. Accanto a loro insegnanti delle superiori ( qualcuna) e maestre ( poche).
Guardati a vista da vigili, carabinieri e polizia, i giovani hanno urlato slogan, cantato e raccolto firme tentando di ripararsi dalla pioggia battente sotto i portici. Poi, verso alle 10, sono partiti in corteo, una "mini passeggiata" fino a Piazza Monte Grappa sotto lo sguardo indifferente dei varesini indaffarati: «Abbiamo voluto dimostrare che anche a Varese gli studenti sono preoccupati e non hanno timore di scendere in strada per urlarlo» dice Pietro, uno degli organizzatori, studente del liceo classico
«Siamo preoccupati per il futuro della nostra scuola – spiega un suo compagno del Cairoli – chiediamo una scuola che sappia ascoltare gli studenti e li aiuti a formarsi».
«Sono in piazza come docente e come madre in difesa della scuola pubblica – commenta Silvia, professoressa delle superiori – Si vuole smantellare un sistema su cui ci impegniamo da anni».
Particolarmente arrabbiate sono le "sparute" maestre che hanno scelto la piazza varesina per protestare: «Come si fa a reintrodurre il maestro unico? La nostra società non è più quella di 40’anni fa. I bambini sono diversi, hanno più competenze, chiedono più cultura. La maestra non è una tuttologa» dice Patrizia, maestra della primaria con un passato nella materna: «Il sistema negli asili viene studiato all’estero. È un modello pedagogico attento, una scuola delle conoscenze, che ora si vuol trasformare in parcheggio»
"Chi non salta la Gelmini è" grida la piazza saltando energicamente, anche un po’ per scaldarsi: « La prima ricaduta a Varese – commenta Monica, docente della primaria – sarà la chiusura della scuola della Rasa, con grave disagio per i bambini e per il personale che rimarrà senza lavoro».
Alcune docenti del Manzoni sono entrare in un bar: devono scrivere il documento che sottoporranno l collegio docenti convocato in modo straordinario: « In quella sede veluteremo se e quali misura di protesta assumere» spiega una professoressa.
Collegio docenti in programma il 6 novembre anche al Cairoli: in discussione c’è lo spirito dell Riforma e una mozione molto dura che potrebbe riservare sorprese alla didattica.
Nelle scuole varesine, intanto, si lavora: al classico è presente la metà del corpo insegnante e la metà della popolazione studentesca, allo psicopedagogico sono in classe 120 ragazzi divisi in gruppi a far lezione con i docenti, al linguistico una decina di professori stanno seguendo 75 ragazzi. «Ho scelto di venire a scuola perchè oggi la protesta è dei docenti – commenta uno studente dellopsicopedagogico – Nessuno, inoltre, è stato in grado di dirmi come cambierà la mia scuola. Quindi, per il momento, preferisco studiare e prepararmi».
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