Lo strano caso del volo easyjet EZY2825
Un lettore di VareseNews, Andrea Maiorano, racconta un suo viaggio da Bari a Malpensa con la compagnia low cost inglese tra disagi, code e strani episodi
8 Febbraio, ore 16:20, aeroporto di Brindisi Papola Casale, i passeggeri sono pronti per essere imbarcati sul volo diretto a Milano Malpensa e, ignari di quello che sta per accadere loro, si dispongono come nella migliore tradizione italiana, perfettamente ammassati davanti al gate segnalato sugli schermi.
Scende in campo la squadra di easyjet composta da 4 controllori di terra e dal libero, una donna sulla trentina, probabilmente una mancata business woman, che diverrà presto l’incubo di molti passeggeri.
La probabilmente-efficace-altrove strategia di dividere i passeggeri in 3 gruppi diversi per l’imbarco (divisione, tra l’altro, fatta in base a cosa…non ci è dato sapere) nel piccolo aeroporto del Salento si realizza sì in una divisione della folla in tre file ma, data la scarsa visibilità dei cartelli all’inizio delle file stesse, le tre file risultano essere perfettamente eterogenee, composte da gente dei tre diversi gruppi che, disorientata, si posiziona un po’ a caso.
In questo trambusto il libero entra in azione, si intrufola tra i passeggeri e, dopo averli scrutati con attenzione, intima ad un bel gruppetto di seguirla e di portare il loro bagaglio. Appena i malcapitati si rendono conto di cosa gli sta per succedere, cercano di eludere la fantomatica business woman, inventandosi ogni genere di scusa, ma questa non si lascia dissuadere e, nel giro di pochi minuti ha già sequestrato un paio di dozzine di bagagli che sarebbero stati stivati (con conseguente guadagno per la compagnia aerea).
Saliti a bordo, pronti per partire…ma non è finita! Continua la ricerca dei bagagli eccedenti da parte della hostess, il ché aggiunge altri 15 minuti di ritardo ai 20 già accumulati grazie alla (dis)organizzazione di questo, se così si può chiamare, staff.
Pare finita…pare! Sì, perché, giusto prima di partire un annuncio: “I signori M.R, G.T e la signora L.R, se presenti a bordo, sono pregati di recarsi all’uscita anteriore”.
In un primo momento quella frase sembra un annuncio consueto, ma quel “Se presenti a bordo” suona inquietante….ma come? Non si sa chi sale sull’aereo??? Ma se solo per una bottiglietta d’acqua che si dimentica accidentalmente nel bagaglio ti frugano tra la biancheria! E menomale che esistono le norme antiterrorismo negli aeroporti! Adesso ci sentiamo tutti più sicuri….
A questo punto i tre passeggeri chiamati si alzano e, con lo sguardo basso si dirigono verso l’uscita. Dopo 15 minuti di trattative, durante i quali oltre al pilota e al copilota si inserisce un fantomatico personaggio in giacca e foulard con splendidi occhiali da sole, finalmente uno dei tre viene liberato e, ritornando verso il suo posto, esclama: “ci fanno scendere a terra”! “Perché?”, domanda un passeggero ormai non più sorpreso, e quello “…cavoli, quando ho fatto la prenotazione al computer ho sbagliato: invece di prenotare per l’8 Febbraio ho prenotato per l’8 Marzo…..!” Beh, se si considera che i tre avevano stivato i bagagli e quindi passato il check in…non ci sono più parole per definire la professionalità del personale! Immaginarsi a questo punto farli scendere e recuperare i bagagli in stiva! Scatta la rivolta popolare, la gente comincia a lamentarsi chiedendo per carità di farli rimanere a bordo comunque…del resto a questo punto cosa importa più?
Epilogo: più di un’ora di ritardo complessivo.
Care compagnie, è vero che i contratti di collaborazione a breve termine vanno di moda al momento e a maggior ragione in periodo di crisi, tuttavia la risultante “sprofessionalizzazione” dei lavoratori non aiuterà certo questo Paese a migliorare socialmente…
Andrea Maiorano
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